#EXPO2015:
un sogno costato 14 miliardi
Dati
generali Impatto economico nazionale
Un recente
studio commissionato da Expo 2015 SpA a CERTeT – Università Bocconi valuta
l’impatto dell’esposizione universale sull’economia italiana, stimando una
ricaduta positiva sul Pil per circa € 70 Miliardi, cui corrisponde un
incremento di valore aggiunto pari a circa € 29 Miliardi.
Tra le aree
che beneficeranno maggiormente:
Infrastrutture:
74,5%
Costi
di gestione evento: 3,8%
Partecipazione
ad EXPO Milano 2015 dei Paesi: 1,9%
Attrattività
turistica: 16,5%
Attrattività
di investimenti diretti esteri: 3,3%.
Sempre
secondo il sopracitato studio, EXPO Milano 2015 avrà rilevanti impatti
sull’occupazione nazionale, oltre che lombarda, in particolare: (1)
l’occupazione generata in modalità diretta, indiretta ed indotta sarà pari, nel
decennio 2011-2020, a circa 61.000 persone occupate in media ogni anno e (2) il
fabbisogno occupazionale avrà un picco nel triennio 2013-2015 e sarà variamente
distribuito sia negli anni precedenti che in quelli successivi all’evento.
Si stima
inoltre un gettito fiscale di 11,5 Miliardi per le attività in qualche modo
legate all’EXPO, gettito ripartito tra imposte dirette (64%) e indirette (36%).
Gli effetti
sull’economia italiana legati alla realizzazione di EXPO Milano 2015 sono
stimati utilizzando un modello matematico che si avvale della metodologia delle
“interdipendenze settoriali”. Tale metodologia (basata sulla struttura
dell’economia italiana resa disponibile dall’ISTAT) descrive, disaggregata per
settori, l’attività di produzione di beni e servizi che si realizza in un dato
periodo nel sistema economico a seguito di un aumento della domanda per
maggiori investimenti e spese.
Vedi grafico
1 sotto. Dati in miliardi di Euro. Fonte: Rapporto di Sostenibilità 2013.
Basato sullo studio: L’indotto di Expo 2015, rapporto di ricerca per Camera di Commercio
Milano.
Grafico 2.
Fonte: Studio del CERTeT – Università Bocconi.
I
costi delle infrastrutture
Gli
investimenti infrastrutturali diretti che sono stati previsti per le opere
funzionali alla realizzazione dell’Esposizione Universale sono pari a circa €
1,7 Miliardi relativi alla realizzazione dei padiglioni fieristici e alle opere
di urbanizzazione e alle infrastrutture tecnologiche. Mentre più di €12
miliardi sono stati destinati per la realizzazione di opere connesse
all’Esposizione Universale come interventi sulla rete metropolitana, stradale,
ferroviaria.
I
costi e il valore aggiunto della gestione evento
I costi
complessivi di gestione dell’evento, escludendo ammortamenti e imposte, si
prevede ammontino a circa € 1 Miliardo, e hanno un impatto sulla produzione di
quasi € 2,4 Miliardi, generando oltre 1 Miliardo di valore aggiunto.
Le
spese e gli investimento dei Paesi esteri ad Expo Milano 2015
Poi ci sono
gli investimenti e le spese sostenute in Italia dai Paesi che partecipano
all’Esposizione Universale. Le spese effettuate in Italia da parte di Stati e
Istituzioni straniere sono di circa € 0,5 Miliardi, suddiviso in: € 0,2
Miliardi di investimenti per spese costruzione degli spazi espositivi e le
strutture accessorie; € 0,1 Miliardi di investimenti per l’allestimento degli
spazi espositivi; € 0,2 Miliardi di spese di gestione operativa degli spazi
espositivi. L’impatto stimato sulla produzione attivata dagli investimenti
complessivi dei Paesi partecipanti ad Expo’ è pari a € 1,3 Miliardi e a € 556
Milioni di valore aggiunto.
La
spesa turistica
Un impatto
significativo è dato dai visitatori attesi nei sei mesi di apertura
dell’Esposizione Universale. Essendo stata stimata la presenza di circa 20
Milioni di visitatori.
La spesa
turistica indotta da Expo Milano 2015 risulta pari a € 3,5 Miliardi, di cui €
1,5 Miliardi per l’alloggio, € 1,2 Miliardi nella ristorazione e € 758 Milioni
di altre spese; l’impatto sulla produzione è di € 9,4 miliardi.
Scopo
dell’Esposizione e’ inoltre quello di aumentare l’attrattiva del Paese
generando un flusso aggiuntivo di turisti che visitano il Paese e la città nei
mesi di apertura dell’esposizione.
La spesa
complessiva dei turisti “aggiuntivi” è stimata in € 212 Milioni e la produzione
attivata a € 572 Milioni. Tra le eredità che gli eventi lasciano alle città
ospitanti, oltre a un miglioramento delle infrastrutture vi è anche la
possibilità di un’ottima reputazione nel saper organizzare eventi di dimensione
internazionale, perciò L’Expo’ potrebbe essere un asset per la città di Milano
nel valore del mercato congressuale. L’Impatto economico atteso per il maggior
numero di partecipanti a congressi è di € 375 Milioni. La produzione attivata è
di oltre € 1 Miliardo. L’insieme delle spese aggiuntive indotte dai visitatori
previsti sia dall’attrattiva turistica che dall’attrattiva congressuale sono
pari ad oltre € 4 Miliardi, che attivano una produzione aggiuntiva di € 11
Miliardi e danno origine a circa € 4,8 Miliardi di valore aggiunto.
L’attrattività
per investimenti esteri
Come
dimostrano studi realizzati in previsione di eventi simili, grazie
all’incremento dell’attrattiva sopra descritta, è probabile, che si verifichi
un aumento dei flussi di investimenti diretti esteri (IDE): i cosiddetti
“greenfields” (indipendenti quindi da operazioni di acquisizione di imprese già
esistenti). Sulla base degli andamenti dei “greenfields” avvenuti in Lombardia
negli ultimi anni, si è stimato un potenziale aumento annuo indotto da Expo’
del 7%, pari a circa 183 Milioni, considerato anche questo per un massimo di 5
anni. L’impatto diretto complessivo legato al maggior flusso di investimenti
greenfields è pari a € 914 Milioni, la produzione attivata è di € 2,5 Miliardi,
il valore aggiunto è pari a circa un miliardo.
Fattori
economici vs fattori politici
Roberto
Perrotti docente alla Columbia University di New York e professore ordinario
all’Università Bocconi nel suo libro “Perché L’Expo è un grande errore” da una
sua valutazione. Né la corruzione né i ritardi sono il problema principale di
Expo 2015. Il problema principale è che l’Expo non sarebbe dovuto accadere. La
decisione di fare l’Expo è stata prima di tutto politica ed emotiva, tuttavia
questa ubriacatura collettiva è stata supportata e legittimata da stime
economiche azzardate, che ne hanno avallato i voli pindarici. Le stime sono state accettate acriticamente
dai mezzi di informazione, ripetute e tramandate poi in innumerevoli occasioni,
sbandierate da politici e commentatori e queste stime hanno instillato il
miraggio di centinaia di migliaia di posti di lavoro e di altri enormi benefici
economici a costo zero”.
Perché
i costi sono sovrastimati?
Perrotti
continua: ” Il primo costo da considerare ovviamente è che i soldi non piovono
dal cielo. Per investire 3,2 miliardi prima o poi bisogna alzare le tasse di
circa 3,2 miliardi (questo non significa che l’Expo non possa essere finanziato
in deficit, ma solo che prima o poi bisognerà ripagare il debito alzando le
tasse). Ma alzare le tasse riduce la produzione e il Pil. Un esempio sono i
flussi turistici. Si attendono 20 milioni di visitatori, di cui circa 15
milioni italiani. I loro consumi non sono tutti aggiuntivi. Nei due giorni che
visiteranno l’Expo il visitatori ridurranno altri tipi di consumi: andare al
ristorante nella propria città, oppure allo stadio o a un museo. Tutti questi
consumi mancati dovrebbero essere conteggiati in riduzione dei consumi aggiuntivi.
Usi
alternativi dei fondi: Se
invece nel caso le stime possano mostrare ad esempio un aumento di produzione e
Pil, varrebbe la pena intraprendere il progetto? Perrotti risponde: “Non
necessariamente”. “Ci potrebbero essere altri progetti che generano un aumento
ancora maggiore, e ad un costo inferiore”. “Per un politico e un amministratore
è molto più appariscente ed appagante fare l’Expo. Ogni politico sogna di
essere un grande statista. Ma non è di questo che hanno bisogno i cittadini.
Soprattutto non se questi sogni di grandezza costano 14 miliardi di euro.
Quando fallisce ogni argomento razionale, c’è sempre il suo valore simbolico.
La grande opera serve per “creare un simbolo per il paese”, “un fulcro su cui
catalizzare le energie di rinnovamento”, per “realizzare un sogno che vada al
di là dell’ordinario”. “Se questa è la giustificazione, allora il costo
dell’opera e i suoi benefici diventano secondari….ma non basta invocare
l’“effetto sogno” per giustificare qualsiasi cosa… “Quando si rinuncia ad ogni
considerazione razionale di costi e benefici per la collettività, il rischio è
che, passata la sbornia retorica, i simboli e i sogni di ieri diventino delle
zavorre, o addirittura degli incubi di oggi”.
http://abceconomics.com/2015/05/05/expo/