giovedì 13 settembre 2018

Bari: La lotta di classe arriva in piazza Carabellese con la voce dei suoi protagonisti



Sabato 15 settembre, alle 17.30, si svolgerà a Bari un importante dibattito pubblico sul tema caldo dell'opposizione di classe all'ennesimo governo borghese che indossa le vesti xenofobe e populiste del M5S e della Lega. Gli ospiti relatori del dibattito sono importanti protagonisti della lotta di classe in Italia: Fabiana Stefanoni, insegnante e dirigente storica del PdAC, impegnata da sempre nelle lotte della scuola e oggi alle prese con la vertenza delle maestre diplomate magistrali che rischiano il più grande licenziamento di massa nella storia repubblicana; Giordano Spoltore, operaio FCA-Sevel, attivista sindacale del coordinamento Slai-Cobas di Chieti, tra i principali promotori del coordinamento FCA e membro del Gruppo operativo nazionale del Fronte di Lotta No Austerity; Monica Dal Maso, laureata in economia e specializzata in pedagogia interculturale, da quindici anni si occupa d'immigrazione ed è stata volontaria tra gli ultimi (dai campi rom baresi alle favelas brasiliane), coordinatrice di progetti per l'Arci a sostegno di donne vittime della tratta e dei detenuti.
Un evento imperdibile che sul tema dello sfruttamento offrirà al pubblico un dibattito di altissima qualità dove verranno esposti quelli che non esitiamo a definire tra i più autorevoli punti di vista sulla lotta di classe.
La redazione di CUBlog, nel ringraziare i compagni baresi di Spazio 17, con cui condivide il comune impegno nel Fronte di Lotta No Austerity, invita tutte le lavoratrici e i lavoratori della provincia di Bari (e non solo) a partecipare numerosi!


SABATO 15 SETTEMBRE, ORE 17.30, PIAZZA CARABELLESE, BARI

a seguire presso Spazio 17 in via Signorile 10/a cena palestinese di autofinanziamento!

venerdì 7 settembre 2018

IMMIGRAZIONE: IL NUOVO (SPORCO) GIOCO DELLA POLITICA IN CUI TRA RAZZISMO, SOVRANISMO, MENZOGNE, OPPORTUNISMO E IPOCRISIA, I VARI LEADERS, DEI DIVERSI SCHIERAMENTI, SI CONTENDONO IL CONSENSO SFRUTTANDO LA DISPERAZIONE SIA DEI NATIVI CHE DEI MIGRANTI.


di Daniele Cofani
Italia 2018, sono in tanti, troppi a soffiare sul fuoco dell’odio e dell’intolleranza per fini propagandistici, applaudendo a porti e confini chiusi,  rendendo ostaggi centinaia di disperati. Troppo facile e a costo zero: lo sa benissimo Salvini  della Lega che ci ha creato attorno a se la sua carriera politica, tanti altri invece  puntano sull’accoglienza e la carità facendo inutili passerelle nelle situazioni più estreme e mediatiche per poi lasciare gli stessi disperati in balia di un destino fatto di sfruttamento e caporalato. Lo sanno bene ad esempio il buon Martina o la Boschi del PD che stanno tentando di ripulire la facciata del proprio partito dopo aver destrutturato la normativa sul lavoro (Jobs Act) precarizzando intere generazione di lavoratori, o dopo aver stretto le maglie al diritto di sciopero nei trasporti, o dopo magari aver regalato miliardi alle banche mentre mandavano sul lastrico centinaia di risparmiatori, e negando poi la nazionalizzazione di importanti asset strategici (Alitalia, Ilva).  
Oggi ha gioco facile l’alleanza LEGA/M5S, che è salita al governo dopo essere passati per un esecutivo tecnico a firma Monti/Fornero, uno dei governi più antipopolari degli ultimi anni in cui Letta, Renzi, Calenda, Poletti ecc, nascondendosi dietro al termine “sinistra”, hanno operato a favore della peggio imprenditoria e finanza nostrana (e non solo) svendendo al capitale tutto ciò che era possibile, privatizzando servizi essenziali come sanità, scuola, trasporti e imponendo, sotto ricatto occupazionale, con la complicità delle grandi centrali sindacali, il depauperamento di diritti e salari per la totalità dei lavoratori condannati alla precarietà e alla povertà,  aumentando di fatto il divario tra le classi innescando una bomba sociale.
A tutto ciò il governo giallo/verde non potrà e non vorrà dare nessuna risposta, lo si è già visto nel decreto dignità, dove dalle promesse elettorali riguardo l’abolizione del Jobs Act si è giunti alla totale conferma dello stesso se non con qualche piccola modifica normativa sui contratti precari (max 24 mesi) e sugli indennizzi in caso di licenziamento. Alla faccia della reintroduzione dell’art.18! Infine viene confermato il licenziamento di massa di decine di migliaia di maestre diplomate magistrali vittime di una sentenza del Consiglio di Stato che le rende inidonee al ruolo e le rispedisce nel girone dell’eterna precarietà. Approvato il decreto in luglio, che nulla potrà ridare ai speranzosi lavoratori, esce fuori tutta la natura xenofoba e razzista del governo a tiratura Lega, funzionale a distrarre e dividere ancora di più i lavoratori, il tutto attraverso una propaganda intrinseca di menzogne. Basta dare un’occhiata al sito dell’ISTAT (ente pubblico di statistiche) per studiare alcuni dati riguardo l’immigrazione da e per l’Italia (e le future previsioni) per comprendere le mostruose menzogne propagandistiche che ci vengono propinate per generare paura e odio al solo scopo di tenerci lontani dai problemi reali.
In Italia, al 1 gennaio 2018, risiedono 60.494.000 abitanti di cui 5.065.000 sono di cittadinanza straniera (8,3% sul totale), dallo scorso anno si è registrato un saldo negativo di -95.000 residenti tra nascite, decessi, nuove entrate ed uscite migratorie. Tra le nuove entrate ci sono 45.000 italiani rimpatriati dopo un periodo di residenza all’estero, e 292.000 nuovi residenti stranieri proveniente da ogni parte del mondo (non solo Africa), tra le uscite invece  ci sono 112.000 italiani emigrati all’estero a quali si aggiungono 40.000 stranieri che hanno deciso di abbandonare il nostro paese. Un quadro che chiaramente mette in luce una situazione che non è assolutamente di emergenza “invasione” anzi se proprio dobbiamo trovare un dato preoccupante è quello della decrescita della popolazione compresi i flussi migratori.
Entriamo ora nello specifico analizzando le varie etnie di stranieri presenti in Italia utilizzando sempre delle tabelle ISTAT (31 dicembre 2016) da cui veniamo a conoscenza che in Italia, tra gli stranieri presenti, ci sono circa 200  nazionalità di cui la metà si tratta di cittadini europei tra cui quella maggiormente rappresentata  è quella rumena con 1.168.552  presenze (23,2%) seguita da quella albanese con 448.407 presenze (8,9%). Tra le prime 5 etnie più numerosa solo una è di origine africana ed è quella marocchina definita di “antico insediamento” con 420.651 presenze (8,3%) a seguire troviamo i cinesi 281.972 (5,6%) ed ucraini 234.354 (4,6%). Tra le prime 10 etnie più numerosi solo 2 sono di origine africana (4 sono europee e 4 sono asiatiche), oltre alla marocchina, come accennato prima, c’è quella egiziana con 112.765 presenze (2,2%). Rispetto sempre alle etnie di origine africana riscontriamo la presenza anche di immigrati provenienti dal Senegal 101.207 (1,9%), Nigeria 88.533 (1,7%), Gambia 13.780 (0,2%) e Mali 14.768 (0,3%).




Questa descrizione non è altro che la fotografia odierna della situazione degli immigrati in Italia, visto che nel 2018 l’arrivo di nuove presenze nel Belpaese è diminuito dell’80%, ne sono approdati circa 20.000 prevalentemente tunisini ed eritrei. Il dato che ne viene fuori rappresenta che non è in corso nessuna invasione africana o comunque nessuna invasione extracomunitaria visto che gli extracomunitari presenti in Italia sono 2.465.000 (48% tra gli immigrati | 4% tra la popolazione residente in Italia) di cui solo circa 1.000.000 di origine africana, i rimanenti 2.600.000 sono cittadini europei che possono muoversi liberamente tra gli stati della EU come tra l’altro noi italiani.

A proposito di italiani ora diamo un’occhiata ai dati riguardanti la situazione migratoria dei nostri connazionali verso l’estero: al 31 dicembre 2016 (Ministero dell’Interno dati AIRE) risultano 4.973.940 italiani residenti all’estero, praticamente lo stesso numero degli immigrati presenti in Italia. 



L’emigrazione italiana si concentra prevalentemente in Europa con 2.685.813 (53%) presenze e nelle Americhe con 2.010.130 (40%) presenze. Il paese con la maggiore presenza di italiani è storicamente l’Argentina con 804.261 (16,17%) presenze, seguono la Germania con 723.691 (14,55%) e la Svizzera con 606.949 (12,20%). Pensate la metà della popolazione argentina è di origine italiana, circa 25.000.000 di persone sono italo-argentine cioè discendono da avi italiani rappresentando il primo gruppo etnico del paese. La comunità italo-argentina, in termini assoluti, è la seconda al mondo dopo quella italo-brasiliana che conta 30.000.000 di persone, la terza è la italo-americana con circa 19.000.000. Solo nelle Americhe ci sono 74.000.000 di persone di origine italiana cioè più della popolazione presente in Italia!
Mi viene spontanea una provocazione: se mai in Argentina e Brasile andasse al governo un “Salvini sudamericano”, come negli USA già hanno Trump, che decidessero di espellere verso il paese discendente tutte le persone con origini europee, bene, il giorno dopo ci troveremo 74.000.000 di nostri discendenti “a casa nostra”!
Ora non ci è rimasto che studiare le previsioni per i prossimi anni per  quanto riguarda sia la futura popolazione residente in Italia, sia i futuri flussi migratori (ISTAT) . Per quanto riguarda la futura popolazione residente in Italia, l’ISTAT stima che nel 2065 oscillerà da un minimo di 46.400.000 ad un massimo di 62.000.000, con una bassissima probabilità (9%) che aumenti, prevedendo quindi una consistente decrescita. Nella stima si è tenuto conto della variabilità associata agli eventi demografici. Sempre l’Istat stima che il saldo migratorio per i prossimi anni (2017/2065) sarà positivo (entrate/uscite) e sarà mediamente pari a +165.000 unità annue prevedendo che nei prossimi 50 anni  immigrino in Italia 14.600.000 individui (di cui europei ed italiani che rientrano in patria) e di conseguenza emigrino dall’Italia (di cui stranieri) 6.600.000 con un saldo di +8.000.000. Chiaramente anche questi dati dovranno fare i conti della previsione di decrescita della popolazione in Italia per i prossimi anni (anche gli immigrati muoiono... e purtroppo spesso affogati nel mar Mediterraneo!)


Per rimanere nel calcolo delle percentuali, il saldo migratorio rispetto alla previsione della futura popolazione in Italia, influirebbe del 17% nella peggiore delle previsioni (46.000.000 abitanti) e del 13% nella migliore delle previsioni (62.000.000 abitanti), la media sarebbe del 15% (54.200.000 abitanti). Senza nascondere che sono assolutamente dei dati importanti, ma che smentiscono chi oggi, gridando al lupo al lupo, ci viene a raccontare che è in corso un’invasione di dimensioni bibliche dove le milioni di cavallette africane ci mangeranno storia, cultura, civiltà nell’arco di pochi mesi. Bene, con un saldo +165.000 individui all’anno non è in corso nessuna invasione armata ma un naturale e lento flusso migratorio che contraddistingue il nostro pianeta da millenni: andrà sicuramente gestito con le dovute e necessarie politiche di accoglienza e integrazione. Certo non quelle ipocrite a marca PD, caratterizzate da un’accoglienza solo a parole, con gli immigrati reclusi in CIE disumani (veri e propri lager), oppure abbandonati al proprio destino nelle fauci della criminalità e caporalato. Ma ancor di più non potranno essere quelle xenofobe a marca Lega fatte di confini chiusi, sgomberi e repressione.  
Inoltre, come anche l'ISTAT asserisce nei suoi studi, la variabilità dei flussi migratori dipenderà anche e soprattutto dalle in/stabilità sociali e politiche nel mondo, di cui ne sono, per la stragrande parte dei casi, responsabili proprio quei Stati che “subiscono” l’immigrazione, sia a causa di un’antica attività coloniale violenta e predatoria, sia per le continue politiche imperialiste, ancora in atto, in cui i  vari blocchi di potere si contendono aree ricche di materie prime da sfruttare oppure aree strategiche dal punto di vista geopolitico. Quindi, anche per i prossimi anni, una grande percentuale dei flussi migratori sarà fomentata dalle stesse politiche internazionali dei governi (destra/sinistra): la Lega ha da sempre finanziato, esattamente come il PD e affini, (che oggi si sgolano fuori del parlamento),  votando a favore in parlamento, decine di “missioni di pace”, in realtà missioni di guerra, missioni che hanno creato, oltre che milioni di morti, instabilità in vaste aree del mondo, generando odio e terrorismo e ovviamente anche le migrazioni dai paesi colpiti. E ad oggi non è assolutamente nell’agenda nel nuovo governo la discussione sul blocco del finanziamento alle missioni militari all’estero.
Lo studio fatto ci dà una grande quantità di dati analitici da cui ora non ci si può esimere dal finalizzare il ragionamento e l’analisi politica. La globalizzazione e il capitalismo hanno generato nel mondo 244 milioni di rifugiati di cui 68,5 per motivi politici (fonte ONU), per la stragrande maggioranza i paesi imperialisti, colpevoli  di tutto ciò, sono poi gli stessi che “subiscono” l’immigrazione di queste masse disperate. Gli stessi paesi poi, e quindi i governi (di cui l’Italia) sfruttano la presenza di questi rifugiati per obbligare loro a svolgere le categorie di lavoro più disagiate e sottopagate, nei campi, nell’edilizia, nella logistica fino ad arrivare a delle metodologie di sfruttamento paragonabili alla schiavitù (in Italia abbiamo il caporalato). Gli stessi governi, al contempo,  attaccano gli stessi immigrati con politiche e atteggiamenti xenofobi applicando, insieme ai padroni, una politica mostruosa: incorporano i migranti  nelle peggiori attività sfruttandoli, in alcuni casi fino alla morte, e contemporaneamente li attaccano come responsabili della situazione dei lavoratori nativi, dividendo di fatto la classe lavoratrice per impedirle di combattere insieme.
Oggi come lavoratori non ci rimane come unica alternativa la lotta, che deve partire da un senso generale di solidarietà tra tutta la classe, non possono e non potranno mai esistere persone illegali in questo mondo (clandestine), i lavoratori nativi ed immigrati si devono assolutamente unire in quanto vittime dello stesso sistema che li vuole divisi, uni contro gli altri. L'unico illegale è chi ci sfrutta quotidianamente, anche grazie a leggi ed accordi infami di cui sono responsabili partiti e sindacati che nascondendosi dietro il termine “sinistra” hanno condannato alla povertà e precarietà milioni di lavoratori italiani e stranieri. Dobbiamo dire NO a chi a sinistra ci ha tradito nelle pratiche e ideali politici,  come dobbiamo dire NO a chi oggi, con una propaganda ignobile e falsa, ci vuol far credere che chiudendo porti e confini o attraverso un misero assegno mensile di sostegno si possano risolvere i reali problemi che da anni stanno soffocando milioni di lavoratori e disoccupati.
La soluzione a tutto ciò non possono certo essere i governi di centro sinistra o di “larghe intese”, che ci hanno condannato alla precarietà e alle disuguaglianze sociali, prendendo in prestito le politiche della destra su tematiche del lavoro e del sociale: dal Job Acts, alla buona (pessima) scuola, all’alternanza scuola-lavoro, passando per il decreto Minniti sull’immigrazione fino agli accordi con la Libia che, lontano da occhi indiscreti, hanno generato dei veri e propri lager a cielo aperto stracolmi di migranti, non possono certo essere i governi a marchio Lega che continuano a propinarci solo propaganda dell’odio, ieri con i governi azzurro/verdi, quelli della legge razzista Bossi/Fini che rende clandestini anche gli immigrati residenti in Italia che perdono il posto lavoro, in quanto il loro permesso di soggiorno è direttamente collegato al contratto. Tutto ciò  in uno paese, come l’Italia, dove il lavoro si basa sul precariato e sul sommerso, rendendo i lavoratori immigrati eterni ricattati costretti ad accettare un qualsivoglia tipo di contratto pur di mantenere il permesso di rimanere in Italia. Oggi invece il governo giallo/verde chiude porti e confini senza nessun tipo di allarme invasione, arma le forze dell’ordine con armi infernali (taser) ingiustificabilmente in un periodo di calo dei reati (fonte Viminale) e, privo di argomenti e con un chiaro livore politico e sociale, ha appena iniziato una campagna di sgomberi tra chi, in stato di povertà, è stato costretto ad occupare per totale mancanza di alternative e tra chi con le occupazioni ha creato luoghi di condivisione e sostegno sociale suoi territori abbandonati dallo Stato. Potremmo continuare a scrivere all’infinito, ma il dato significativo che esce fuori è che sono riusciti a creare immani divisioni tra gli strati sociali più deboli e sfruttati mettendoli uni contro gli altri e utilizzando il razzismo come l’ennesima droga sociale  in cui la colpa di tutto è dell’ultimo strato, il più  ricattato e sfruttato. A tutto questo dobbiamo dire BASTA, non ci resta che alzare la testa e lottare!!!

NESSUNO È ILLEGALE, NATIVI ED IMMIGRATI UNITI NELLA LOTTA!!!