Dopo
l'acquisizione dell’azienda da parte di ChemChina, quello che appare sempre più
insopportabile è il sordo silenzio del governo su questa come su tante altre
vicende simili
Guardando
alle cose con il distacco del tempo appare evidente quanto il ruolo di Cuccia e
della sua Mediobanca sia stato nefasto per il sistema industriale italiano.
Da una parte
la stessa banca interveniva soltanto nel caso delle grandi strutture, lasciando
a se stessa invece la media e piccola impresa, dall’altra essa stava
esclusivamente attenta a mantenere la presa del potere delle grandi famiglie
sulle aziende, trascurando invece di sostenere queste ultime nei loro processi
di sviluppo e di innovazione. Così la famiglia Pirelli era riuscita a mantenere
il controllo sul gruppo omonimo possedendo la proprietà soltanto dello 0,7% del
capitale complessivo.
Questo
avveniva attraverso la creazione di società a cascata –le famose scatole
cinesi; ironia della sorte, adesso a comprare l’azienda è proprio una società
del Paese di Mezzo-, i famigerati patti di sindacato, infine il sostegno
finanziario delle banche “di sistema”.
Ed è ancora
con l’appoggio di Mediobanca che la Pirelli intraprende maldestramente nel 1991
l’operazione che sarà all’origine dei guai del gruppo, il tentativo di assalto
alla tedesca Continental. L’operazione costò molti soldi che la società tra
l’altro non aveva di suo e l’acquisizione fallì a suo tempo miseramente. Un
altro guaio che essa lascerà in eredità al gruppo è costituita dalle dimissioni
di Leopoldo Pirelli, che aveva avviato l’operazione e la sua sostituzione nel
1992 con il genero, Marco Tronchetti Provera.
Oggi il
mondo di Mediobanca non esiste più e le imprese della galassia sono ridotte a
ben povera cosa; la Fiat è scappata all’estero, in attesa che qualcuno se ne
impadronisca, l’Olivetti ha chiuso i battenti, la Pirelli, sempre più
ridimensionata nel tempo, passa ai cinesi. Di altre imprese del famigerato
capitalismo di relazione, come quella della famiglia Orlando, non si sente più
parlare.
Nel
frattempo Mediobanca, assediata anche dalla concorrenza, mentre potrebbe
diventare anch’essa preda di qualche finanziere asiatico, è diventata una banca
come le altre ed essa è ridotta a fare una pubblicità oscena in televisione per
attirare l’attenzione di qualche casalinga, lodando le pretese virtù di “Che
Banca”. La cugina Assicurazioni Generali, “compagna di merende” nelle varie
operazioni, si è ritirata nel fortino assicurativo e di patti di sindacato non
vuole più sentire parlare.
E torniamo a
Tronchetti Provera. Messo in sella dalla crisi Continental è subito costretto a
coprire il buco tedesco vendendo i primi gioielli di famiglia, le attività
diversificate. Poi giustamente egli vuole sbagliare di suo ed ecco l’avventura
di Telecom Italia, sempre con il sostegno di Mediobanca; da tale storia la
Pirelli esce di nuovo con le ossa rotte e nel contempo caricando l’azienda
telefonica di debiti tali che essa non se ne è ancora liberata. Inoltre, la
Pirelli è costretta nel 2005 a vendere l’intero settore dei cavi. Seguirà
l’avventura di Pirelli Re, poi Prelios, operante nel settore immobiliare; anche
tale business procurerà altri guai al grande manager milanese e soprattutto
alla sua impresa.
Per un po’
egli è riuscito comunque a mantenere il controllo del gruppo grazie ancora al
sostegno delle banche di sistema, ma poi non ce la ha fatta più e ha dovuto
ricorrere prima ai russi ed ora ai cinesi.
Mancavano in
effetti, ormai, le risorse finanziarie per stare al passo in un settore in cui
sarebbero necessari importanti investimenti.
Comunque il
nostro manager esce sempre abbastanza bene dalle varie vicende, almeno a
livello di finanze personali. Tra stock option ordinarie e straordinarie,
dividendi più o meno opportuni, adeguate remunerazioni del suo brillante lavoro
di capo del gruppo, egli riesce a portare a casa nel tempo quasi altrettanti
soldi del più illustre Marchionne.
Mentre va
sottolineato con curiosità il fatto che egli manterrà la carica di
amministratore delegato ancora per diversi anni anche con la nuova gestione,
per quanto riguarda il merito dell’operazione di acquisizione dell’azienda da
parte dei cinesi di ChemChina, essa, vista la situazione di partenza, ci appare
alla fine sotto una luce positiva.
Non vogliamo
entrare nelle complesse articolazioni tecniche della cessione, né nei suoi
possibili sbocchi finanziari alternativi nel prossimo futuro. I cinesi, nelle
acquisizioni che sino ad oggi hanno fatto in Europa e nel nostro paese,
sembrano comportarsi in maniera accettabile; essi tendono a diventare un
azionista di lungo periodo e a sviluppare i business di cui si impadroniscono,
approfittando in particolare del possibile inserimento delle imprese acquisite
nel grande mercato del loro paese. Ed anche il comportamento sulle questioni
sindacali non sembra essere fra i peggiori. Più in generale, l’operazione
sembra avere una connotazione fortemente industriale.
Quello che
appare sempre più insopportabile è invece intanto il sordo silenzio del governo
su questa come su tante altre vicende simili e la quasi totale assenza di ogni
strategia di gestione delle operazioni industriali di rilievo, mentre con tali
acquisizioni noi diventiamo sempre più marginali come paese e la nostra
manifattura continua a perdere quote di mercato nel mondo. Colpisce inoltre,
anche, la totale assenza dell’imprenditoria italiana, che, di fronte alla messa
sul mercato di tante società nazionali, non riesce a manifestare quasi mai
alcun interesse a partecipare alla contesa, neanche insieme a qualche partner
estero, segno anche questo di un paese non più in grado di reagire in alcun
modo alla vendita pezzo a pezzo del suo apparato economico.
Attendiamo
con impazienza la prossima cessione. Sarà Telecom Italia, la Saipem, la
Fincantieri? I forzieri dei cinesi sono inesauribili e sino ad oggi abbiamo
solo visto gli spiccioli. E’, per altro verso, in atto una grande
ristrutturazione degli assetti economici e finanziari mondiali, che vede il
paese asiatico come principale protagonista e l’Europa come uno spettatore
distaccato.
ARTICOLO DI VINCENZO COMITO
TRATTO DAL SITO
www.sbilanciamoci.info
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