Tempi di vita e di lavoro:
un'altra organizzazione è possibile !
Non sono i desideri ed i tempi delle donne non
adeguati al mercato del lavoro. E' il lavoro così come è organizzato lontano
dalla vita di tutti, di donne e uomini.
Le condizioni generate
dalle regole dell'economia mondiale impongono alle donne di portare su di sé il
peso di più ruoli: dal lavoro riproduzione sociale biologico (maternità),
lavoro di cura e assistenza in seno alla famiglia (bambini, anziani ed
ammalati), lavoro domestico, fino a quello professionale nell'ambito del lavoro
pubblico e privato.
Questo grosso carico di
lavoro di cura e domestico, con quello professionale strutturato su più turni,
con tempi e ritmi vincolati dall'organizzazione della produzione, si rende
sempre più difficile conciliare i tempi della vita familiare con quelli
dell'attività lavorativa, e ancor meno con le esigenze personali.
Per le ragioni sopra citate, esistono problemi che non sono risolti
dagli attuali accordi. Sono diverse le lavoratrici indotte al ricorso ad
un'orario di lavoro part time proprio per cercare di “conciliare i tempi di
vita e di lavoro”.
Ma gli ostacoli
che incontrano le lavoratici per la concessione di questa forma di flessibilità
di orario (non
dimentichiamo che il part time riduce il salario e il proprio potere
d'acquisto), viene risolto
nei limiti di una pianificazione produttiva redatta sulle scrivanie di chi
esclude forme di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. Al massimo si
rendono disponibili soluzioni limitate attraverso una “staffetta” tra le
lavoratrici, poiché oltre un “certo numero” l'azienda non intende concederne.
Dobbiamo lavorare
perchè gli ostacoli che esse incontrano rispetto alla richiesta di riduzione di
orario, vengano superati con un accordo che prenda in considerazione i problemi
reali e li risolva.
Le leggi vietano le discriminazioni e
incentivano soluzioni che conciliano tempi di vita e di lavoro. Ma molte volte
nella realtà prevale la esigenza tecnica produttiva. Ed è qui che lavoratrici, lavoratori,
sindacati, RSU e istituzioni come la Consigliera di Parità possono intervenire
con proposte nuove, che interpretano in modo avanzato le leggi, per dare una
applicazione contrattuale adeguata nei contratti aziendali e nazionali con
norme aggiornate alle esigenze reali delle persone.
Se la missione di una azienda ha
come valore importante quello di “promuovere la diversità e le pari
opportunità”; di sviluppare attraverso i responsabili diretti doti di ascolto,
di dialogo e sostegno dei propri collaboratori; perché non favorire a pieno
la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro delle lavoratrici e/o lavoratori
che ne fanno richiesta?
Responsabilità sociale d'impresa
La
direzione del personale, il management aziendale ed i responsabili dei reparti
devono riflettere sulle implicazioni che comporta un lavoro a turni, in
particolare per una donna, e realizzare concrete azioni positive
nell'organizzazione dell'orario di lavoro, il cui risultato è quello di creare un contesto sereno ed efficace, che
favorisce la creatività, che stimola l'assunzione di responsabilità e che
consente di trasformare in risorse per l'azienda le specificità di ogni persona. In
sostanza un miglioramento del clima aziendale che realizza:
- benessere
organizzativo (serenità e motivazione di chi lavora);
- sviluppo
e maggiore valorizzazione delle professionalità (efficienza e produttività);
- minore
assenteismo (migliora il benessere e la gestione dello stress del personale);
Un marchio di “qualità sociale” per l'azienda
Le aziende che, in
applicazione di accordi contrattuali, desiderano promuovere azioni positive
che favoriscono forme di flessibilità positiva, per una diversa cultura del
lavoro e del tempo si possono suggerire soluzioni transitorie ed immediate
come:
-
orario di lavoro part time
non solo verticale;
-
orari elastici o forme di
orario agevolato (in entrata ed uscita alle esigenze di figli, trasporti);
-
isole o coppie di lavoro
che consentono ai lavoratori di autogestire turni e orari in un'ottica di
scambio e responsabilità reciproca;
I risultati di un buon equilibrio
e un'armonizzazione tra tempi di lavoro, di cura della famiglia, di formazione
e di relazione si ottengono quando le aziende, i lavoratori e le
rappresentanze sindacali lavorano per individuare e costruire soluzioni
soddisfacenti ed efficienti capaci di conciliare le necessità
dell'organizzazione aziendale con le esigenze dei lavoratori
Il piacere di stare con i figli, di relazioni e di lavorare bene senza
essere obbligate a scegliere
Le esperienze di molte donne insegnano che, per
difendere il diritto al lavoro in un contesto di difficile conciliazione dei
tempi di lavoro coi tempi di relazione e la famiglia, è utile e necessario
dover usare la determinazione e la forza delle iniziative di lotta e di
solidarietà per rivendicare il diritto ad essere madri e lavoratrici.
Se anche una sola donna, prima di subire il
peso dei turni e “lasciare o parcheggiare” il figlio alla nonna o alla tata, si
renderà disponibile a lottare per trovare insieme una risposta, che salvaguardi
il diritto agli affetti, si capirà il valore importante di essere una donna
differente ma non diseguale.
Magari molti possono pensare che tutto questo
sia impossibile e quindi vano ed illusorio immaginare una condizione migliore.
Invece NO! Bisogna guardare oltre e forzare gli ostacoli per far crescere la
libertà di essere donna, madre e lavoratrice!
Basta
con la “guerra” tra donne e l'isolare la debolezza dell'altra
La forza che accomuna tante donne è quella di
impegnarsi con passione nel lavoro, di accettare sfide ed obiettivi e
pretendere giuste gratificazioni e riconoscimenti professionali. Ma le
difficoltà a cui sono costrette le donne nell'ambito del lavoro, così come
organizzato, mette in evidenza debolezze e fragilità che a volte non trovano la
solidarietà tra le stesse donne. E magari anche dal rigore di donne che
ricoprono funzioni di comando, su altre donne in funzioni e ruoli “meno
prestigiosi”, il cui peso della flessibilità organizzativa fa gravare la forza
delle diseguaglianze di genere.
Quando ad una persona viene privato un diritto bisogna salvaguardalo
insieme,
perchè un domani potresti esserne privato anche tu !
La CUB ribadisce che,
attraverso la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario per tutti lavoratori, è possibile tutelare la stabilità del lavoro e la qualità della vita,
oltre che permettere di coltivare bisogni insoddisfatti.
Tempi di vita e di lavoro: per una vita possibile !
ALLCA CUB Milano,
5 maggio 2010
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