Stabilimento FCA di Cassino |
COMUNICATO STAMPA
“Esistono ancora margini per ottenere
la stabilizzazione
dei lavoratori precari della FCA di
Cassino”
A dichiararlo
è il sindacato FLMU CUB che interviene sulla giornata di otto ore di sciopero
tenutasi Mercoledì 8 novembre per i dipendenti dello stabilimento.
“Come sindacalisti e
attivisti della FLMU CUB abbiamo aderito allo sciopero perché crediamo nel
valore assoluto della lotta, delle rivendicazioni e dell’autodeterminazione dei
lavoratori. Anche se altri sindacalisti di altre organizzazioni sindacali
boicottano sistematicamente tutti gli scioperi dei sindacati di base, arrivando
addirittura ad andare nelle linee di montaggio a dissuadere i lavoratori
nell’aderire, noi continuiamo a pensare che lo sciopero è l’unica risposta alla
domanda di rivendicazioni. Certo, se anche le altre organizzazioni sindacali
avessero scioperato PRIMA dei licenziamenti e non DOPO, forse avremmo avuto più
possibilità di incidere sulle scelte che l’azienda avrebbe maturato nelle ore
successive. Come sindacati di base, il venerdì prima delle 530 espulsioni
dei lavoratori interinali, abbiamo proclamato uno sciopero di otto ore proprio
per chiedere conto del precariato all’interna dell’azienda, ma evidentemente
CGIl, CISl e UIL pensano che aver chiesto un incontro con l’azienda, senza
peraltro aver ottenuto alcuna risposta, o indire un’assemblea sindacale, fosse
il massimo che sindacalmente si potesse fare”.
“E abbiamo scioperato anche
se, nel merito, non condividiamo la proposta di rotazione tra lavoratori precari – prosegue la nota della FLMU CUB di Cassino - Pensiamo che dividere un posto di lavoro
precario per due lavoratori precari non è la soluzione al superamento del
precariato, per cui lottiamo e scioperiamo”.
“Rinegoziare il contratto
nazionale dei lavoratori della FCA per rendere residuale ogni forma di
precariato – concludono i rappresentanti della FLMU CUB – è diventato ormai necessario e
improcrastinabile. Mai in Fiat si era raggiunto un livello così alto di
precariato e mai, a memoria d’uomo, ci sono state così tante espulsioni dalla
fabbrica. E sono proprio la stabilizzazione dei lavoratori precari e la
necessità di cancellare tutte le forme di precariato, che dovrebbero essere
centrali in una piattaforma rivendicativa dei soggetti politici, sindacali e
istituzionali che intendono aprire una vertenza territoriale contro azienda,
regione e governo.
Tutto il resto, ovvero impiegare
due precari al posto di uno, rappresenta palliativi e surrogati che non
interessano né noi nè i lavoratori interinali.”
Piedimonte S.G., 09/11/2017
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