Nonostante ci troviamo immersi nell’ennesima vertenza Alitalia, oltretutto in piena pandemia mondiale da Covid-19, non riesco a restare indifferente di fronte ad un fatto accaduto ad un collega Alitalia e attivista sindacale e dirigente della Filt-Cgil. Vorrei indirizzare questa lettera non solo a Paolo, ma anche alle colleghe e ai colleghi che hanno tentato di farsi una propria idea indipendente sull’accaduto. Per arrivare al dunque, tramite una lettera indirizzata da Paolo alla dirigenza della Cgil e resa pubblica, siamo venuti a conoscenza che dopo 16 anni di attività il collega è stato di fatto epurato dal suo ruolo sindacale attraverso una comunicazione telefonica da parte di Alitalia in cui, in data 16 luglio, lo avvisava che dal 1° luglio non era più coperto da permessi sindacali concernenti il suo distacco sindacale. Ergo, Paolo è stato rimosso dal suo ruolo di dirigente sindacale dalla Cgil con una comunicazione retroattiva fattagli giungere da un ente terzo, Alitalia. Se non ci fossero da difendere decenni di lotte che hanno fatto la storia del nostro movimento operaio, ci sarebbe da ridere!
Da lavoratore e attivista sindacale (Cub trasporti) da 15 anni, mi sento di inviare la solidarietà a Paolo di fronte questo gesto vigliacco e meschino ma che non è nuovo, anzi conferma la deriva e la debolezza che rappresentano ormai determinate cricche sindacali (piccole e grandi), che arroccandosi dentro i loro fortini, a difesa di strutture burocratiche, hanno dimostrato di essere in grado di svendere qualsiasi diritto conquistato dalle lotte dei lavoratori pur di difendere il proprio apparato.
Paolo è un collega, un compagno che stimo personalmente, al quale non ho mai lesinato nessuna critica sulle tante scelte (firme) con cui la sua organizzazione, da anni, si sta rendendo responsabile di licenziamenti, precarietà diffusa, perdita di diritti e salari, il tutto in funzione di padroni e padroncini che continuano ad arricchirsi attraverso lo sfruttamento estremo dei lavoratori.
Questa vicenda ci sembra che dimostri una volta di più la vera natura dell’apparato burocratico Cgil, che ha totalmente tradito decenni di lotte operarie insieme alle direzioni di altre organizzazioni sindacali che, a braccetto con Confindustria, hanno azzerato la democrazia sindacale sui luoghi di lavoro destrutturando lo Statuto dei lavoratori, in ultimo con la firma del Testo unico sulla rappresentanza (1) del 2014, con cui di fatto è stato annullato il dissenso e la partecipazione attiva dei lavoratori nelle scelte che interessano loro stessi, anche attraverso un forte indebolimento del ruolo delle Rsu.
Quello che la direzione Cgil sta facendo a Paolo è grave, a lui va tutta la mia solidarietà: ma è, ahinoi una piccola cosa rispetto a quello che ha fatto ai lavoratori Alitalia, e non solo, in questi anni. Rimanendo nella storia Alitalia basta solo ricordare alcuni fatti: nel 2009 ha sottoscritto uno dei più grandi licenziamenti di massa mai avvenuti (10 mila licenziamenti); nel 2014 (Etihad) nonostante la Filt-Cgil non abbia firmato il licenziamento di 2200 lavoratori, ha epurato dall’alto verso il basso prima la struttura regionale e a seguire quella territoriale e in parte quella aziendale, le quali avevano sostenuto questa posizione, gestendo però poi la fase clientelare delle uscite (Paolo fu gentilmente spostato dal ruolo sindacale in Alitalia verso altre aziende aeroportuali); nel 2017 la Filt-Cgil sostenne il Si al referendum, firmando poi la cassa integrazione nonostante il palese dissenso della maggioranza dei lavoratori (Paolo votò No rendendo pubblico il suo voto). Ed ora, dopo 3 anni di commissariamento, questa Filt-Cgil ha dato, di fatto, il consenso allo smembramento di ciò che rimane della compagnia di bandiera: che sia Holding o più società sta avallando un destino nefasto per tutta la categoria, facendo terra bruciata al suo interno pur di difendere questo piano miliardario… Ognuno si faccia la propria idea, io a modo mio mi sento di inviare la mia solidarietà a Paolo, esprimendo contestualmente il mio sdegno contro ogni apparato burocratico che pone come sua principale prerogativa la difesa dei propri interessi di bottega, calpestando diritti, rispetto e dignità di ogni singolo lavoratore.
Facendone attivamente parte, ne approfitto infine per invitare tutte le colleghe e i colleghi iscritti a sindacati diversi dal mio, a confrontarsi anche con il Fronte di Lotta No Austerity, che da anni è impegnato nel tentativo di creare un’unità d’azione tra la base di diversi sindacati, al fine di contrastare gli attacchi dei governi e dei padroni, nonché dei burocrati sindacali loro complici.
Daniele Cofani – lavoratore Alitalia
Dirigente Cub -Trasporti
Attivista Fronte di Lotta No Austerity
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