giovedì 23 ottobre 2014

Comunicato del Coordinamento Cub Pirelli Bollate

Bollate, 9 ottobre 2014

MALATTIA O INFORTUNIO? MALATTUNIO!

Negli ultimi anni (ANNI!), sono molte le volte che i lavoratori, sia qui in Pirelli, sia fuori, nelle diverse realtà che seguiamo sindacalmente, ci raccontano di infortuni che vengono puntualmente deviati in malattie.
Il metodo prevalente è quello dell’induzione dolce; suona più o meno così: “Aspetta ad aprire l’infortunio, se non stai bene vai casa, ti paghiamo la giornata, al massimo poi ti metti in malattia, poi fammi sapere come stai”.
Beh… nel caso una pratica del genere dovesse essere confermata, avremmo alcune perplessità. Riteniamo vero che il lavoratore non è obbligato a mettersi in malattia – perlomeno qui da noi – ma è altresì vero che quest’ultimo nel rapporto di lavoro è la parte debole, pertanto soggetta e assoggettabile a varie pressioni. Se da una parte è umanamente comprensibile la debolezza, la fragilità o l’inesperienza di un lavoratore dall’altra sarebbe inaccettabile una siffatta condotta aziendale.

Ma cos’è tecnicamente un infortunio? Il sito dell’INAIL lo spiega così: L’assicurazione obbligatoria Inail copre ogni incidente avvenuto per “causa violenta in occasione di lavoro” dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni”.

Ma chi decide i giorni di prognosi? Il medico (MEDICO!), in base alla diagnosi.
Da ciò si evince che se un lavoratore si fa male sul luogo di lavoro nell’adempimento delle sue mansioni o in tutte le attività funzionali ad esse, e le sue condizioni sono tali da impedire il proseguimento dell’attività lavorativa, NON DEVE METTERSI IN MALATTIA, ma recarsi in un presidio medico e farsi visitare.

Ci sorgono spontanee alcune domande: quanti sono, su base annua, gli infortuni deviati in malattie? Sono reali i dati sulla malattia? Non peraltro, ma sarebbe alquanto spiacevole scoprire magari di aver superato il tasso di assenteismo ed essere soggetti a tabelle di decurtazione del premio proprio a causa di quelle “malattie” impropriamente dette; così il risultato finale è che i lavoratori sono assenteisti e perdono soldi nel premio e le aziende sono brave perché hanno pochi infortuni e risparmiano soldi: quelli trattenuti ai lavoratori e quelli che risparmiano sull’INAIL.
E l’INPS? Non sarebbe per caso togliere soldi alla disastrata INPS che deve erogare pensioni e svariati ammortizzatori sociali nel mezzo della più pesante crisi del secolo, senza avere i requisiti per farlo?

Bah.. dubbi ed elucubrazioni autunnali. Sicuramente quelle voci che girano sono del tutto infondate, anzi: siamo noi ad aver capito male. Vedrete che queste dicerie cesseranno.
A dire il vero non avevamo niente da fare, il nostro era un pensiero ad alta voce che volevamo condividere con voi.





Coordinamento Cub Pirelli Bollate

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