Il Comitato
centrale della Fiom firma per il patto sociale. Tomaselli (USB) e Bellavita
(Rete 28 aprile-Fiom) durissimi contro questa scelta. "Landini è nudo".
Il dopo manifestazione è servito, come volevasi dimostrare.
Qui di
seguito le dichiarazioni rilasciate oggi da Tommaselli e Bellavita:
Maurizio
Landini è nudo. L’ok della Fiom all’accordo sulla rappresentanza strappa il
velo alla presunta opposizione sindacale.
di Fabrizio
Tommaselli (USB)
“Per mesi il
‘faccione fotogenico’ di Landini ha imperversato nelle trasmissioni televisive
di tutti gli orientamenti politici, battendo forse il record di Renata
Polverini, rapito da una popolarità costruita sulla presunta radicalità delle
posizioni della ‘sua’ Fiom”, osserva Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo
Confederale USB. “Poi, nonostante a parole si scontrasse con la sua
confederazione, Landini non ha voluto rompere veramente con la ex-socialista
Camusso e, alla luce degli ultimi fatti, probabilmente non ha mai avuto questa
intenzione”.
“Landini ha
preso schiaffi a ripetizione da Marchionne – prosegue il dirigente USB -
ululando alla luna ma senza essere coerente con le posizioni che evocava
continuamente. Allora ha ingranato la retromarcia e, come primo atto, è passato
all'epurazione della sinistra interna e all'isolamento di qualsiasi dissenso
dentro la Fiom. A stretto giro è seguito il riavvicinamento alla politica, con
l'elezione del numero due della Fiom Airaudo nei banchi di SEL; pronti a
entrare al governo, ma gli è andata male”.
Rileva
Tomaselli: “Infine la svolta decisiva verso centro, per proporsi come guida di
tutta la CGIL nel prossimo congresso, contro la Camusso, ma nella stessa
maggioranza. Lo scorso 23 maggio il Comitato Centrale Fiom, con 77 voti contro
11, ha approvato un documento che dà il via libera al nuovo accordo sulla
rappresentanza predisposto da Camusso, da Bonanni, da Angeletti e dalla
Confindustria di Squinzi”.
“Un accordo
che imporrà contratti non contestabili, limiterà le libertà dei lavoratori, la
democrazia sui posti di lavoro e il diritto di sciopero”, denuncia il dirigente
USB.
“Ora
Maurizio Landini è nudo”, esclama
Tomaselli, che conclude: “ Basta con i falsi miti di una certa sinistra.
Costruire il sindacato indipendente e conflittuale che serve ai lavoratori,
come sta facendo l’USB, non è più una opzione possibile, ma l'unica possibilità
per i lavoratori di ricostruire una rappresentanza libera e democratica”.
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Dalla Fiom
via libera al patto sociale
di Sergio
Bellavita portavoce Rete 28Aprile Fiom
Non sappiamo
come si concluderà la cosiddetta trattativa su rappresentanza e democrazia
avviata semiclandestinamente tra i vertici di Cgil Cisl Uil e Confindustria.
Trattativa che pareva fino a pochi giorni fa
in dirittura d'arrivo ed oggi e' nuovamente scomparsa nel mellifluo
pantano della difficile composizione dei diversi e sostanziosi interessi
padronali,politici e sindacali in gioco. Non conosciamo ovviamente i dettagli
dell'accordo che verrà, ne' il livello di asprezza del sistema sanzionatorio
che accompagnerà il nuovo modello di relazioni.
Cosi
come non sappiamo quale giudizio
particolareggiato esprimerà il comitato centrale della fiom sull'accordo
stesso.
Quello che
sappiamo con certezza è che si prefigura un sistema corporativo, liberticida e
autoritario in cui il voto dei lavoratori diventa, non già la conquista del
diritto democratico a decidere sui contratti che li riguardano, ma esattamente lo strumento per accompagnare la
contrattazione di ricatto, di restituzione e per impedire infine l'esercizio
dell'opposizione sindacale. Così come sappiamo purtroppo, che la maggioranza
del gruppo dirigente Fiom ha dato via libera proprio a quel patto sociale.
Lo ha fatto
in maniera esplicita, senza tentennamenti ne' infingimenti. ll massimo
organismo Fiom riunito giovedì 23 maggio era infatti chiamato a esprimere un
giudizio compiuto sui contenuti della
trattativa a livello confederale.
La seduta
cadeva dopo gli esecutivi unitari del 30 aprile scorso che hanno licenziato
l'intesa Cgil Cisl Uil su rappresentanza e democrazia che è oggi oggetto della
trattativa con Confindustria.
In
relazione Landini ha presentato
l'accordo interno a Cgil Cisl Uil come
una sostanziale affermazione delle battaglie della Fiom per il diritto
democratico dei lavoratori di decidere sui contratti che li riguardano.
Un giudizio
che non condividiamo ed anzi riteniamo reticente rispetto alla vera natura del
patto che si profila. Per questa ragione abbiamo provato a ragionare su un solo
punto, il tema dell'esigibilità degli accordi. Proponendo di riconfermare
quella che pareva un'ovvietà: la contrarietà Fiom al modello Marchionne che
esclude i sindacati non firmatari cancellandone la rappresentanza interna e che
per questa ragione impedisce il diritto dei lavoratori ad opporsi ad accordi
capestro. Il modello, per capirci, che ancora oggi tiene la Fiom e i suoi
delegati fuori dai cancelli e senza agibilità.
Eppure
quella che doveva essere un'ovvietà, è stata considerata addirittura
alternativa al giudizio positivo sull'intesa Cgil Cisl Uil espresso nell'ordine
del giorno finale della segreteria nazionale e posta in votazione contrapposta.
L'ennesimo
voto di fiducia al segretario che impedisce, ormai da anni, la libera
discussione del Comitato Centrale. Una scelta grave che conferma la linea del
progressivo rientro, dopo aver abbandonato ogni volontà conflittuale, negli
angusti spazi del sindacalismo complice, ne più ne meno di quello che da tempo
fanno le altre categorie della Cgil, della Cisl e della Uil.
Con la
sostanziale differenza che chi pagherà il prezzo più alto per questo rientro
sono esattamente i delegati e le delegate Fiom che in questi anni hanno
lottato, resistito e creduto nel loro sindacato. Non abbiamo detto no a
Marchionne perché mancava un posto a tavola, ma esattamente perché volevamo
rovesciare quel tavolo imbandito a spese dei lavoratori. La nostra battaglia
riparte da qui.
Bardzo fajnie napisane. Pozdrawiam serdecznie.
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