Da alcune
settimane, i dipendenti del Teatro Alla Scala assistono, e talvolta
partecipano, alla sceneggiata che riguarda l’inaugurazione dell’Expo di Milano
che è prevista avvenga con la messa in scena della TURANDOT di Puccini alla
Scala.
Come nella migliore tradizione lirica, un coro
di figuranti ed interpreti scandisce, con toni più o meno alti, più o meno
drammatici, alle orecchie dei lavoratori
del “Teatro Alla Scala” inviti e richieste affinchè rinuncino al loro
sacrosanto diritto di festeggiare il Primo Maggio e vadano a lavorare nel nome
dell’unicità dell’evento Expo.
A dare il via alla “bagarre” è stata la
lettera inviata a ciascun lavoratore dal Sovraintendente Pereira, nella quale
chiede la disponibilità a lavorare il Primo Maggio per il bene dell’Expo, di
Milano, del Teatro in cambio a gratitudine e ad una ricompensa sotto forma di
bonus extra, come comunicato a Cgil-Cisl-Uil-Fials che, per quanto viene dato
di sapere, risponderebbe ad una maggiorazione del 140% per gli orchestrali ed
il coro e del 100% per tutti gli altri. La lettera del Sovraintendente è una
sorta di referendum circa la disponibilità da parte dei lavoratori a rinunciare
ad “un diritto non rinunciabile e non contrattabile”, mettendoli nell’ingrata
condizione di poter essere considerati non responsabili. Si tratta di un
manicheismo che consideriamo inaccettabile.
Si parte davvero male e questo non annuncia
nulla di buono in vista delle future contrattazioni sul Contratto Unico
previsto dallo Statuto di Autonomia concesso alla Fondazione Teatro Alla Scala.
Questa richiesta s’inquadra in un contesto nel quale il Ministro della Cultura
Franceschini ha espresso pericolose idee in tema di diritti nel settore della
produzione culturale ed il particolare circa il diritto di sciopero.
Riconfermiamo
la posizione da noi già espressa a dicembre nel volantino titolato “Pacchi
Natalizi” ovvero che nell’evento Expo non c’è nulla da festeggiare. Fin
dall’inizio dei lavori, così come in altri grandi eventi, sono emersi alti
livelli di corruzione e collusione con associazioni mafiose, di sperpero di
danaro pubblico e di decine di aziende degli appalti allontanate dal Prefetto e
dal Dott. Cantone perché in odore di malavita organizzata, oltre alla
distruzione del territorio e dei disagi arrecati alla popolazione.
Il Primo Maggio, a Milano, arriveranno Capi di
Stato e di Governi, molti dei quali responsabili di guerre, dittature,
discriminazioni, genocidi dei popoli indigeni, di fame, malattie e violazioni
dei diritti umani, politici e sindacali.
Il tema
dell’Expo è “NUTRIRE IL PIANETA” ed a questo si può aggiungere “O LE
MULTINAZIONALI?”.
Ci piacerebbe che, il Sovraintendente
dedicasse l’impegno posto per l’inaugurazione scaligera dell’Expo alla
soluzione delle vertenze aperte, in primis quelle riguardanti “le lavoratrici
ed i lavoratori a prestazioni serali” e del Personale di Sala, oltre alle
“ferite” ai diritti quali il pagamento della malattia o la questione del
“settimo giorno” e, magari, guardandosi bene attorno, potrebbe scoprire che i
problemi di corruzione non si limitano all’Expo. Ci piacerebbe che finissero le
discriminazioni sindacali nei nostri confronti e dei lavoratori.
Il Primo Maggio 2015, a Milano, si terrà un
altro grande evento: la più grande edizione della MAY DAY mai vista.
Da tutta
Europa arriveranno i rappresentanti di quel popolo massacrato dalle politiche
di austerità dell’Unione Europea, della BCE e della Merkel e del Fondo
Monetario Internazionale.
Migliaia di disoccupati, precari, pensionati
ridotti alla fame, sfrattati, senza casa, migranti, lavoratori sfruttati,
esodati, sindacati di base ed associazioni, NO TAV, NO TRIV, ambientalisti,
centri sociali, … si troveranno scandendo May Day, May Day.
Vorremmo che a questo grande evento di popolo
partecipassero anche tutti i dipendenti del Teatro Alla Scala.
Sarebbe il miglior modo per far capire a Capi
di Stato, alle Multinazionali, al nostro Governo, a Squinzi ed alla
Confindustria, alla Camusso, ai firmatari del JOB ACT ed alle “varie Segreterie
di questi e di quelli” che devono CAMBIARE MUSICA perché la musica in Europa
sta già cambiando.
C.U.B. INFORMAZIONE
Milano,
28.01.2015
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