da SINDACATOUNALTRACOSA.ORG
Articolo
di Sergio Bellavita
La Camusso
apre a confindustria, Cisl e Uil. Così la stampa ha definito l’accorato appello
che la segretaria della Cgil ha rivolto dal palco della tre giorni del lavoro
organizzata, non a caso, nella città dell’amico nemico Renzi, ai vertici delle
tre organizzazioni. Mentre ha attaccato il governo sul Jobs Act ha proposto
alle altre parti l’avvio di un percorso per un nuovo patto sociale fondato sul
rinnovo dei contratti e sulla qualità del lavoro. In sostanza Camusso risponde
positivamente alla richiesta di Squinzi di avviare un tavolo negoziale per un
nuovo modello contrattuale che assuma fino in fondo il modello Marchionne. Un
fatto grave che testimonia l’ulteriore smottamento della Cgil dopo la resa
senza condizioni al Jobs Act e la smobilitazione generale. L’obbiettivo dei
padroni e’ cristallino: incassare tutti i vantaggi del nuovo regime della
ricattabilita’ e inglobare la Cgil tutta, compresi i metalmeccanici, nel nuovo
modello corporativo e autoritario fondato sulla contrattazione di ricatto e sul
sindacalismo complice. La Cgil rende omaggio cosi a organizzazioni che hanno
lavorato, ognuna dalla propria collocazione, alla distruzione del sistema
sociale del nostro paese. Lo fa passando da Firenze in una sorta di Leopolda
sindacale a testimoniare che lo scontro e’ tutto politicista, interno al Pd e
al centrosinistra. Non sappiamo se il disastroso nuovo patto sociale che si
annuncia arriverà a chiudersi davvero. Sono molte le contraddizioni e le spinte
diverse in un quadro che non riesce più a trovare un equilibrio. Quello che è
certo è che i danni sul lavoro, di questa linea, sono e saranno sempre più
devastanti. Lo testimonia bene una pratica contrattuale che ormai interviene
solo a peggiorare la condizione del lavoro. Nel 2009 fu l’iniziativa della Fiom
e della FP, ed in particolare lo sciopero congiunto del 13 febbraio, ad
impedire la firma di Epifani sul modello contrattuale, poi separato, che
accettava le deroghe e la cancellazione di ogni autonomia nelle politiche
salariali del sindacato. Oggi rischia, così come è accaduto con l’accordo del
10 gennaio 2014 favorito dalla ricomposizione congressuale Landini Camusso, di
essere nuovamente decisiva la Fiom, che al Comitato Centrale avvia il percorso
per il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici. Se Landini dovesse
decidere l’unita di fondo con Fim e Uilm, anche se su piattaforme formalmente
distinte, la Cgil avrà la strada spianata per chiudere il cerchio. Solo una
lotta aperta contro il modello delle deroghe del Testo unico può impedire che
venga liquidato formalmente il contratto nazionale. Sappiamo che è una
battaglia difficilissima e quasi sicuramente destinata ad essere sconfitta in
questa fase ma è solo sulla lotta che puoi sedimentare e consolidare zone di
resistenza e di esistenza di sindacalismo di classe. Altrimenti alla fine si
difende solo l’organizzazione, non i bisogni dei lavoratori. Con buona pace
della coalizione sociale.
http://sindacatounaltracosa.org/2015/06/15/la-cgil-dice-si-a-squinzi/
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