Dall’Osservatorio
Indipendente Morti sul Lavoro di Bologna, curato da Carlo Soricelli.
http://www.articolo21.org/2015/10/63-giornata-delle-morti-sul-lavoro-3-7-in-piu-molti-gli-ultrasessantenni/
Oggi è la
63° celebrazione giornata che l’ANMIL tutti gli anni mette in campo per
ricordare le morti sul lavoro. Ma come curatore dell’Osservatorio Indipendente
di
Bologna morti sul lavoro voglio mostrare un grafico che un ingegnere – che è stato anche un imprenditore – mi ha sottoposto per far conoscere agli italiani cosa è successo su questo fronte dopo l’introduzione della Legge Fornero: un aumento molto significativo delle morti sui luoghi di lavoro tra gli ultrasessantenni.
Bologna morti sul lavoro voglio mostrare un grafico che un ingegnere – che è stato anche un imprenditore – mi ha sottoposto per far conoscere agli italiani cosa è successo su questo fronte dopo l’introduzione della Legge Fornero: un aumento molto significativo delle morti sui luoghi di lavoro tra gli ultrasessantenni.
Al sensibile
ingegnere ho mandato il numero complessivo delle morti sui luoghi di lavoro
degli interi anni 2013/2014 e al 9 ottobre di quest’anno, e sono tanti coloro
che sono morti di età superiore ai 61 anni. C’è da rimanere scioccati guardando
il grafico. Oltre a un aumento generalizzato delle morti che anche l’INAIL
registra tra i suoi assicurati, la situazione si aggrava ulteriormente tra i
lavoratori anziani. Al 9 ottobre 2015 su 540 morti complessivi sui luoghi di
lavoro ben 169 hanno un’età superiore ai 60 anni. Ricordiamo per l’ennesima
volta che stiamo parlando dei morti sui luoghi di lavoro e che se si aggiungono
i morti sulle strade e in itinere si arriva a superare i 1150 morti
complessivi.
La legge
Fornero non è immune da responsabilità. Salute malferma, acciacchi, male alle
gambe e alle braccia, riflessi poco pronti in un’età avanzata, poco hanno
contato per chi ha approvato questa legge. Va ricordaato che tanti di coloro
che con la crisi hanno perso il lavoro non sono riusciti a trovarne un altro in
regola e rimanendo senza stipendio e senza pensione sono costretti a svolgere
anche lavori pericolosi. Poi occorre ricordare che non ci sono solo gli
infortuni mortali, ma anche quelli gravi e meno gravi che oltre alla sofferenza
di chi lo subisce provocano un enorme esborso per le casse dello Stato.
Tra qualche
giorno ci occuperemo anche delle devastazioni del Jobs act che di fatto non
tutela più i nuovi assunti anche sul fronte della Sicurezza.
Il giorno 11
ottobre 2014 i morti sui luoghi di lavoro erano 525, oggi 11 ottobre 2015 sono
545, l’aumento è del 3,7%. Ma l’INAIL registra tra i suoi assicurati un aumento
superiore al 10%. Perché questa differenza sostanziale? Il jobs act ha
incentivato con una forte iniezione di denaro l’assunzione di lavoratori che
prima lavoravano in nero, erano partite iva ecc. Praticamente c’è un
grandissimo vantaggio ad assumere questi lavoratori che adesso sono assicurati
all’INAIL. Stipendi bassi, licenziabili
quando e come si vuole, silenzio sui propri diritti e sulla sicurezza. Una
manna insomma sempre per i soliti noti. I nonni dovrebbero trasmette il loro
sapere ai nipoti, non morire lavorando: pochi giorni fa a Rubano, Remo Di Leta
a 77 anni è morto schiacciato da una lamiera mentre stava demolendo una vecchia
chiatta…
Carlo
Soricelli, Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
dal sito operaicontro.it
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