DILAGANO ORMAI GLI INCIDENTI SULLA PISTA DELL’AEROPORTO DI FCO MA LA
PRIORITÀ NON È LA SALUTE E SICUREZZA MA LA PUNTUALITÀ E I RICAVI, VERGOGNA!!!
A causa del quotidiano susseguirsi di episodi, non siamo in grado di dire se l’incidente avvenuto il 06/09/19, durante le operazioni di scarico alla compagnia American Airlines, svolte dagli addetti Alitalia, sia cronologicamente l’ultimo. Questo per dare il senso della situazione drammatica che stiamo vivendo all’interno dell’aeroporto di Fiumicino (e non solo) per quanto riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri. Il fatto che l’incidente sottobordo al volo della compagnia americana A/A non abbia causato feriti, è stato solo un caso fortuito. Non può essere considerata una sorpresa l’avaria di un mezzo Alitalia che ha messo a rischio la sicurezza dei lavoratori impegnati nelle operazioni con un loader in fiamme, in gergo piattella (mezzo utilizzato per il carico dei bagagli collocati dentro dei contenitori appositi). D’altra parte gli incidenti e le avarie durante le operazioni ce ne sono di ogni genere e sono molti, troppi i lavoratori che ne escono infortunati.
MEZZI OBSOLETI – RISORSE PER LA MANUTENZIONE INSUFFICIENTI
In aeroporto ci sono veri e propri cimiteri di mezzi in avaria: pare ce ne siano circa 160 fermi, continuamente cannibalizzati dei propri componenti per riparare poi i mezzi in servizio. Inoltre ci sono decine di mezzi che vengono fermati quotidianamente per malfunzionamento e rimessi in servizio solo dopo un breve Pit-Stop. L’abbattimento dei livelli di sicurezza sul lavoro è dovuto anche alle politiche di esternalizzazione che hanno colpito pure la manutenzione dei mezzi aeroportuali, un tempo svolte da Aeroporti di Roma. Non è un mistero la corsa al taglio dei costi da parte delle società aeroportuali per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture e dei mezzi di lavoro: manovre che hanno falcidiato la sicurezza dei lavoratori sia di Alitalia, di Adr, delle società di Handling e delle società terze (appalti) in cui per altro regna la precarietà e il mancato adeguamento alle norme di sicurezza.
ATLANTIA: MA QUALI TAGLI, CI VOGLIONO INVESTIMENTI ED ASSUNZIONI
Oltre a tutto ciò c’è la questione del sottorganico e dell’organizzazione del lavoro che andrebbe totalmente rivista, a partire dal metodo sperimentale (dura da 3 anni) di carico/scarico dei quadranti in cui sistematicamente vengono a mancare le figure preposte per la sicurezza (Ros). Spesso si lavora sotto bordo anche con un solo operatore mentre ogni squadra dovrebbe essere composta da almeno 3 persone per garantire livelli minimi di sicurezza e qualità. Conseguentemente i ritmi di lavoro e le pressioni sugli addetti sono notevoli con il risultato di innumerevoli incidenti che solo per caso non hanno portato a conseguenze molto gravi. Per il futuro di Alitalia non sono di certo le ipotesi di smembramento proposte da Atlantia, proprietaria di Adr, che potranno risolvere le problematiche inerenti alla salute e sicurezza dei lavoratori dell’handling: l’azienda della famiglia Benetton sarebbe pronta ad entrare nell’azionariato della Nuova Alitalia ma vorrebbe riorganizzare il servizio a terra di Alitalia attraverso licenziamenti, tagli, aumento di produttività e terziarizzazioni. Non è sulla pelle dei lavoratori che si possono fare i profitti.
NON BASTANO LE PAROLE E L’INCHIOSTRO, BISOGNA ORGANIZZARE LA LOTTA
Non possiamo assolutamente permetterci di stare inermi in attesa di un incidente mortale, come già avvenuto presso l’aeroporto di Fiumicino nel 2012 (un collega AviaPartner è rimasto schiacciato proprio da un loader), ma non potranno bastare solo comunicati ed eventuali esposti, ma sarà necessaria una mobilitazione convinta, condivisa dalla base e allargata anche ai colleghi delle altre società aeroportuali, per fermare questo scempio, con l’obiettivo di tenere alla larga speculatori interessati solo a riempire le proprie tasche.
INCONTRIAMOCI ED ORGANIZZIAMOCI PER COSTRUIRE INSIEME IL NOSTRO FUTURO
07.09.19
CUB TRASPORTI – AIRCREW COMMITTEE
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