giovedì 31 dicembre 2020

Contromessaggio di fine anno 2020


 


di Diego Bossi*


Care lettrici e cari lettori di CUBlog,


in quest'anno difficile, paradossalmente, è più facile scrivere il consueto messaggio di fine anno: più facile perché il dolore che molti lavoratori hanno dovuto superare si è inciso indelebilmente in loro; più facile perché nel pieno di una crisi economica acuita e accelerata dalla pandemia mondiale di Covid 19, questo sistema si è mostrato impudicamente per quello che è: un sistema criminale e assassino che per il profitto ha sacrificato milioni di vite in tutto il mondo; più facile perché dopo quest'anno drammatico, non servono altre parole per comprendere la divisione in classi della società e l'azione infame di una minoranza dominante; più facile perché ora è chiaro più che mai al servizio di quale classe sta il governo, ma questo già ce lo spiegavano Marx ed Engels nel 1848, definendolo "comitato d'affari della borghesia"; più facile perché chi ancora non aveva compreso il ruolo delle direzioni sindacali riformiste e opportuniste, lo ha sperimentato sulla propria pelle: anziché organizzare i lavoratori alla lotta per la propria sicurezza, hanno siglato i protocolli per mettere in sicurezza i profitti dei padroni, legittimando il caos totale e l'affollamento di fabbriche, scuole e mezzi di trasporto.

Non c'è una sola cosa, nemmeno un solo dettaglio della tragedia andata in scena in questo infausto 2020, che non sia ascrivibile al capitalismo. 

La sanità pubblica è allo sfascio dopo decenni di tagli miliardari fatti dalle "forbici" di centrodestra e centrosinistra e dai continui finanziamenti alla sanità privata, che essendo "privata" viene, appunto, privata alle masse popolari e alle classi meno abbienti. Ed è per questo che la percentuale di mortalità (compresi gli stessi operatori sanitari)si è moltiplicata a dismisura.

Le fabbriche non si potevano fermare, per questo le scuole dovevano rimanere aperte per parcheggiare i figli dei lavoratori che dovevano produrre ricchezza per il padrone e i mezzi pubblici dovevano continuare ad andare. 

Il virus ha fatto festa. Aveva proprio bisogno di tutto quello che è successo per continuare a proliferare indisturbato. Ma sarebbe un errore prendersela col virus, poiché il punto di vista di una molecola di Covid 19 è molto semplice: o riesco a saltare da un umano a un altro o muoio. E se questi continuano chiudersi in fabbriche, uffici, aule scolastiche, autobus e metropolitane, io, microscopica particella, mi salvo la vita, e chissenefrega se il mio  ospite la perde, a me basta fare un altro saltino per continuare a sopravvivere.

C'era solo una cosa da fare, ma questa cosa, salvo pochissime eccezioni, non la dice nessuno. Bisognava fermare tutto ciò che non era necessario alla sopravvivenza durante l'emergenza e bisognava che le centinaia di miliardi stanziate dai governi e dalla UE, anziché finire nelle tasche, sempre più gonfie, della solita minoranza di capitalisti miliardari, fossero state destinate a sostenere realmente le masse popolari e i lavoratori.

E se da una parte è più che comprensibile che a non dirci questo siano i padroni, che hanno interessi materiali miliardari da difendere a costo della nostra vita, dall'altra, finalmente, appare di una chiarezza disarmante il ruolo delle direzioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e di tutti quei partiti "di sinistra" (Lenin li definiva "agenti della borghesia nel movimento operaio") che nel capitalismo ci sguazzano e per continuare a sguazzarci hanno condannato a morte decine di migliaia di persone nella sola Italia (milioni nel mondo).

Molti di noi non ci sono più. Molti hanno perso i genitori senza nemmeno avere la possibilità di dare loro un ultimo abbraccio. Molti sono rimasti disoccupati e si sono ritrovati in situazioni drammatiche, stretti nella morsa della fame con l'incubo di ammalarsi. Molte donne sono state vittime di violenze inaudite, condannate nelle loro galere domestiche a fare da badanti e faccendiere domestiche.

Vorrei citare tutti, ma sono veramente migliaia. Mi sia concesso di ricordare i lavoratori Alitalia, che da anni stanno lottando contro tagli e licenziamenti di migliaia di unità e ancora oggi la loro lotta per respingere l'ennesimo spacchettamento per arricchire i capitalisti è esemplare; i lavoratori della Bekaert (ex Pirelli) che in queste ore stanno subendo 178 procedure di licenziamento, a marzo scadrà la cassa integrazione e rimarranno tutti in mezzo a una strada, mentre Bekaert delocalizza in Romania dove troverà lavoratori maggiormente sfruttabili; le lavoratrici e i lavoratori della scuola alle prese con la follia della didattica in presenza e chiusi per ore in aule pollaio; le studentesse e gli studenti costretti da questo sistema barbaro a scegliere tra la scuola in presenza rischiando la loro salute e quella dei loro familiari o una didattica a distanza che è una realtà solo per la minoranza che può permettersi spazi, strumenti e connessioni, ma è una vera e propria odissea per tanti figli di lavoratori in famiglie mono reddito; i lavoratori della FCA-Sevel con oltre 120 contagi accertati in fabbrica, la lotta e gli scioperi proclamati dagli operai del Coordinamento Slai Cobas meritano tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno; tutte le lavoratrici e i lavoratori Whirpool, Ilva, Auchan e di tutto l'elenco infinito di lotte aperte in questi giorni; le compagne e i compagni del Movimento Lotta per la casa di Firenze, che stanno difendendo con le unghie e i denti la dignità e il diritto a un alloggio di persone disperate e sfrattate senza pietà. Un pensiero speciale va a tutte le lavoratrici e i lavoratori della sanità: su di loro si è abbattuta con violenza inaudita la scure del capitale. Sia chiaro: non sia data a loro la responsabilità di nessun morto; sia invece riconosciuto a loro il merito di ogni singola vita salvata! Infine, l'abbraccio più forte, lo do a tutti i miei colleghi della Pirelli, in particolare della Pirelli di Bollate, da oltre 9 mesi in cassa integrazione e con la prospettiva non rosea di molti altri mesi a casa, dove l'incertezza sul futuro è un peso che grava su ognuno di noi: a tutti loro dico che abbiamo sempre dimostrato di saper lottare nei momenti difficili e continueremo a farlo!

Non ho nulla da augurare a nessuno. Gli auguri, in questi casi, contengono un messaggio di rassegnazione, che si limita a una dichiarazione di speranza, dove è insita la non partecipazione a quel cambiamento necessario per tutti noi. 

Non vi auguro nulla, ma vi do appuntamento tutti i giorni a prendere atto insieme a me di tutti gli insegnamenti che questo anno drammatico ci ha dato. Trasformeremo ogni lutto che abbiamo subìto, ogni singola lacrima di dolore che abbiamo versato, nell'energia necessaria a liberarci da questo sistema infame che sta devastando il pianeta e l'umanità. 

Lo faremo organizzandoci nei sindacati che controlleremo democraticamente, contrapponendoci a direzioni concertative, traditrici, settarie e autoreferenziali; lo faremo organizzandoci politicamente in un partito che sarà il nostro strumento per raggiungere una società senza classi e profitti.

Le mie scelte politiche e sindacali le conoscete tutti, il mio invito è sempre aperto. E una bandiera rossa da piantare su ogni angolo di terra che conquisteremo, ce l'ho sempre dietro!

Un saluto a pugno chiuso!


*Operaio Pirelli, 

attivista Cub e FLNA, 

militante del Partito di Alternativa comunista

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