Vogliono
rendere le multinazionali private immuni alle legislazioni nazionali sovrane,
con l'argomento che sono 'restrizioni al commercio'. [Paul Craig Roberts]
I
trattati su commercio e investimenti, rispettivamente detti transatlantico e
transpacifico, non hanno niente a che vedere con il libero mercato.
"Libero
mercato" è,come spesso accade, una formuletta per cercare di nascondere la
questione reale: il potere che tramite questi accordi di fatto verrà ceduto
dagli Stati direttamente alle grandi multinazionali. Il potere di poter citare
in giudizio gli Stati fino a rovesciare leggi sovrane che regolamentano
questioni di primaria importanza, tra queste: inquinamento, sicurezza alimentare organismi
geneticamente modificati, salario minimo.
La prima
cosa che innanzitutto occorre capire è che tali, cosidette ''partnerships'' non
sono leggi scritte da membri del Congresso (USA). La Costituzione degli Stati
Uniti conferisce al Congresso l'autorità legislativa, ma queste leggi si stanno
di fatto scrivendo senza la partecipazione del Congresso. Queste leggi le stanno scrivendo le
multinazionali stesse nell'esclusivo interesse ad ampliare il proprio potere e
a stimolare i propri profitti. L'ufficio US trade representative (Ufficio di
rappresentanza per le questioni commerciali) fu creato proprio come escamotage
per consentire alle multinazionali di scriversi da sole leggi che servono i
loro esclusivi interessi. La truffa ai danni della Costituzione e della gente
tutta è coperta dal fatto che invece di chiamarsi leggi in questo caso si
chiamano "Trattati".
Il Congresso
infatti, non è nemmeno autorizzato a conoscere il contenuto di tali leggi e il
suo ruolo si limita solo a poter accettare o respingere il testo finale, già
bell'e fatto, che gli verrà sottoposto una volta pronto. Generalmente il
Congresso accetta questo perché "è
stato già fatto così tanto lavoro" e perché "il libero commercio
porterà vantaggi per tutti quanti".
I
giornalisti prezzolati hanno distolto l'attenzione dal contenuto dei decreti
verso la procedura "fast track" (iter velocizzato). Quando il
Congresso vota con la procedura fast track, altro non significa che sta
accettando il fatto che le corporazioni si scrivano le leggi che credono senza
nemmeno consultare il Congresso. Persino le critiche rivolte a questi trattati
di "partnership" sono solo una cortina di fumo. Paesi accusati di
avere condizioni lavorative schiavistiche potrebbero essere esclusi dagli
accordi ma non lo saranno. I superpatrioti si lamentano che la sovranità USA è
violata da "interessi esteri", ma la verità è che la sovranità
americana è violata dalle corporazioni americane. Altri lamentano che ancora
più posti di lavoro finiranno per essere delocalizzati, ma come dato di fatto,
non c'è bisogno di "trattati" del genere per continuare nella perdita
di posti di lavoro in USA perché non c'è assolutamente nulla che impedisca o
disincentivi la delocalizzazione del lavoro nella legislazione vigente già
adesso.
Quello a cui
mirano queste cosiddette "partnership" è rendere le multinazionali
private immuni rispetto alle legislazioni nazionali sovrane, avanzando
l'argomento che le leggi degli Stati hanno un impatto negativo sui profitti e
rappresentano "restrizioni al commercio".
Ad esempio,
secondo il Trattato Transatlantico la legislazione Francese contro gli OGM è
destinata ad essere rovesciata in quanto "limitazione al commercio"
non appena arriverà una pioggia di cause legali dalla Monsanto.
Le compagnie
che producono sigarette potranno fare causa contro gli avvertimenti stampati
sui pacchetti, dal momento che gli avvertimenti scoraggiano il fumo e quindi
sono un'ipotetica "limitazione al commercio".
Anche gli
sforzi per controllare le emissioni nocive all'ambiente saranno bersaglio delle
cause indette dalle compagnie che si sentono "danneggiate".
Sotto il
TTIP le multinazionali saranno compensate con regulatory takings (concessioni
regolate, la definizione corporativistica per protezione ambientale). Altro non
significa, guarda un po', che saranno i contribuenti a dover pagare i danni
provocati dalle corporazioni lasciate libere di inquinare a piacimento.
Gli Stati
che prevedono controlli qualità sul cibo importato, ad esempio sulla carne
suina che può essere affetta da trichinellosi o trattata con agenti chimici,
sarebbero ugualmente bersagliati da cause, perché tali regolazioni aumentano i
costi delle importazioni.
Gli Stati
che non prevedono protezioni monopolistiche per i farmaci commerciali o i
prodotti chimici, e consentono la vendita di farmaci generici, potranno pure
essere denunciati dalle corporazioni per danni.
Inoltre,
sotto il TTIP soltanto le multinazionali potranno denunciare. I sindacati
invece non saranno autorizzati a denunciare ogni volta che i loro membri sono
danneggiati dalla delocalizzazione del lavoro, e i cittadini non potranno
denunciare quando la loro salute o le loro riserve idriche saranno messe a
rischio dalle emissioni delle multinazionali.
Lo stesso
Obama non ha parte nelle procedure. Ecco cosa sta succedendo: il rappresentante
per il commercio USA è un complice delle multinazionali che serve le
corporazioni private in cambio di un lauto salario di un milione di dollari
l'anno. Le multinazionali hanno corrotto i leader politici di ogni paese per
cedere la propria sovranità e il benessere generale dei loro popoli alle
multinazionali estere. Le corporazioni hanno pagato ingenti somme ai senatori
USA per trasferire il potere legislativo che legittimamente appartiene al Congresso
sempre nelle mani delle solite multinazionali.
Quando
questi accordi di "partnership" passeranno, nessuno stato che avrà
firmato avrà più alcuna autorità legislativa di emanare leggi o far rispettare
leggi esistenti che le multinazionali considerano avverse ai loro bilanci.
Il
presidente che si è fatto eleggere con
lo slogan "change", promettendo cambiamento, sta portando per davvero
il cambiamento: sta consegnando gli USA, l'Europa e l'Asia alla legge delle
multinazionali.
Il primo
presidente nero degli Stati Uniti si sta dimostrando lo zio Tom delle grandi
società multinazionali:
tutto e di tutto ai proprietari delle piantagioni di cotone e niente di niente
per gli schiavi.
Soltanto
gente che si sia venduta la propria integrità per denaro potrebbe firmare
accordi simili. A quanto pare la Merkel, vassallo di Washington, è tra questi.
Stando alle
notizie riportate, entrambi i maggiori partiti politici Francesi si sono
venduti alle multinazionali, ma non il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Alle
scorse elezioni europee i partiti dissidenti, quali il partito della Le Pen o
quello di Nigel Farage, hanno prevalso sui partiti tradizionali, ma i
dissidenti non riescono ancora a prevalere nell'ambito dei propri paesi.
Con amara
ironia, l'unico leader europeo che ha parlato del problema è il segretario del
Fronte Nazionale Francese (estrema destra) Marine Le Pen, che si oppone alla
segretezza degli accordi per imporre la legge delle multinazionali:
"E' di
vitale importanza che la popolazione francese sia al corrente dei contenuti del
TTIP e le sue motivazioni, in modo da possedere gli strumenti per opporsi. I
nostri concittadini hanno diritto a scegliere per il loro futuro, ad avere la
possibilità di scegliere un modello di società che risponda alle loro necessità
e non uno imposto dalle multinazionali in considerazione solo della loro
avidità di profitto. I tecnocrati di Bruxelles sono venduti alle lobbies, e i
politici dell'UMP (partito dell'ex presidente Sarkozy) sono subordinati a
questi tecnocrati''.
E' ugualmente
vitale sapere anche per la cittadinanza americana, peccato che neanche lo
stesso Congresso sia autorizzato a sapere.
Dunque,
com'è che funziona questa solfa della "Libertà e Democrazia" che noi
americani sosteniamo di avere, mentre nel frattempo né alla gente né ai suoi
rappresentanti eletti è consentito partecipare alla stesura di leggi che
consentono alle multinazionali di negare le funzioni legislative dei Governi e
innalzare il motivo del profitto delle compagnie multinazionali più in alto del
benessere generale sulla scala dei valori?
Fonte
originale:
http://www.informationclearinghouse.info/article42017.htm.
Tratto
da:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15127.
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