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lavoratore invalido civile e da poco licenziato seduto nel corridoio di un
tribunale; un avvocato in piedi al suo fianco per raccontare l’udienza appena
conclusa ed annunciare che entro cinque giorni il giudice emetterà sentenza;
gli amici del lavoratore (colleghi, lavoratori di altre realtà, militanti
politici e sindacali) che accerchiano i due, in attesa di informazioni, speranzosi
in una buona notizia circa l’esito della vertenza.
Questi, sono gli elementi di un’immagine che a coloro che hanno accompagnato Raffaele Trizio in questa fase difficile della sua vita e in questo momento intenso della sua lotta, rimarrà impressa per parecchio tempo. Una delle infinite immagini che sta vivendo Raffaele nel corso della sua storia, una delle infinite storie che stanno vivendo infiniti lavoratori in tutto il mondo.
Se è vero
che una fotografia può catturare un solo momento, è altresì vero che da un solo
momento possono scaturire molte emozioni; e le emozioni che mercoledì 27 agosto,
fuori dalle aule del tribunale del lavoro di Milano, abbiamo provato, sono di quelle che non si
scordano.
Mentre
scrivo, Raffaele Trizio è al suo ventesimo giorno di sciopero della fame, ha
perso 15 kg di peso, ma va avanti a lottare con dignità e determinazione.
Raffaele è per noi un eroe moderno, la sua lotta è la nostra e il suo esempio è
una preziosa opportunità di crescita morale e sindacale.
In questa vicenda ci sono sigle sindacali e associazioni politiche, io non ne ho volutamente
nominata alcuna. Perché vorrei che l’unico messaggio che arrivi a chiunque
legga queste parole, sia quello della solidarietà, dell’empatia umana che si
instaura tra le donne e gli uomini che rivendicano i loro diritti e lottano
ogni giorno contro il potere padronale.
Quando
abbiamo salutato Raffaele, lui ci ha guardato negli occhi e ci ha detto: “ragazzi,
io vado avanti!”.
Bene,
Raffaele, noi veniamo avanti con te. Fino alla fine.
Diego
Bossi
ricordare il momento in cui Raffaele, con le lacrime agli occhi, diceva che andava avanti con la sua lotta ( sciopero della fame sino a sentenza)per la sua determinazione a riavere cio' che ingiustamente gli è stato tolto ancora mi emoziona. Ed è per questo che non lo lascero' da solo . saro' sicuramente al suo fianco , con altri miei colleghi,lunedi pomeriggio al presidio.
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