Bollate, 9 ottobre 2014
MALATTIA O INFORTUNIO? MALATTUNIO!
Negli ultimi anni (ANNI!), sono molte
le volte che i lavoratori, sia qui in Pirelli, sia fuori, nelle diverse realtà
che seguiamo sindacalmente, ci raccontano di infortuni che vengono puntualmente
deviati in malattie.
Il metodo prevalente è quello
dell’induzione dolce; suona più o meno così: “Aspetta ad aprire l’infortunio,
se non stai bene vai casa, ti paghiamo la giornata, al massimo poi ti metti in
malattia, poi fammi sapere come stai”.
Beh… nel caso una pratica del genere
dovesse essere confermata, avremmo alcune perplessità. Riteniamo vero che il
lavoratore non è obbligato a mettersi in malattia – perlomeno qui da noi – ma è
altresì vero che quest’ultimo nel rapporto di lavoro è la parte debole,
pertanto soggetta e assoggettabile a varie pressioni. Se da una parte è
umanamente comprensibile la debolezza, la fragilità o l’inesperienza di un
lavoratore dall’altra sarebbe inaccettabile una siffatta condotta aziendale.
Ma cos’è tecnicamente un infortunio?
Il sito dell’INAIL lo spiega così: “L’assicurazione obbligatoria Inail
copre ogni incidente avvenuto per “causa violenta in occasione di lavoro” dal
quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea
per più di tre giorni”.
Ma
chi decide i giorni di prognosi? Il medico (MEDICO!), in base alla diagnosi.
Da
ciò si evince che se un lavoratore si fa male sul luogo di lavoro
nell’adempimento delle sue mansioni o in tutte le attività funzionali ad esse,
e le sue condizioni sono tali da impedire il proseguimento dell’attività
lavorativa, NON DEVE METTERSI IN MALATTIA, ma recarsi in un presidio medico e
farsi visitare.
Ci
sorgono spontanee alcune domande: quanti sono, su base annua, gli infortuni
deviati in malattie? Sono reali i dati sulla malattia? Non peraltro, ma sarebbe alquanto spiacevole scoprire magari di aver
superato il tasso di assenteismo ed essere soggetti a tabelle di decurtazione
del premio proprio a causa di quelle “malattie” impropriamente dette; così
il risultato finale è che i lavoratori sono assenteisti e perdono soldi nel
premio e le aziende sono brave perché hanno pochi infortuni e risparmiano
soldi: quelli trattenuti ai lavoratori e quelli che risparmiano sull’INAIL.
E
l’INPS? Non sarebbe per caso togliere soldi alla disastrata INPS che deve
erogare pensioni e svariati ammortizzatori sociali nel mezzo della più pesante
crisi del secolo, senza avere i requisiti per farlo?
Bah.. dubbi ed elucubrazioni
autunnali. Sicuramente quelle voci che girano sono del tutto infondate, anzi:
siamo noi ad aver capito male. Vedrete che queste dicerie cesseranno.
A dire il vero non avevamo niente da
fare, il nostro era un pensiero ad alta voce che volevamo condividere con voi.
Coordinamento Cub
Pirelli Bollate
Nessun commento:
Posta un commento
Cara lettrice, caro lettore,
abbiamo deciso di porre alcuna restrizione ai commenti: chiunque può commentare come meglio ritiene, anche in forma anonima, i post di CUBlog. Tuttavia apprezziamo sia la buona educazione (anche nel dissenso più aspro) sia la vostra firma.
La Redazione di CUBlog