lunedì 15 giugno 2015

La Cgil dice sì a Squinzi

da SINDACATOUNALTRACOSA.ORG 

 Articolo di Sergio Bellavita




La Camusso apre a confindustria, Cisl e Uil. Così la stampa ha definito l’accorato appello che la segretaria della Cgil ha rivolto dal palco della tre giorni del lavoro organizzata, non a caso, nella città dell’amico nemico Renzi, ai vertici delle tre organizzazioni. Mentre ha attaccato il governo sul Jobs Act ha proposto alle altre parti l’avvio di un percorso per un nuovo patto sociale fondato sul rinnovo dei contratti e sulla qualità del lavoro. In sostanza Camusso risponde positivamente alla richiesta di Squinzi di avviare un tavolo negoziale per un nuovo modello contrattuale che assuma fino in fondo il modello Marchionne. Un fatto grave che testimonia l’ulteriore smottamento della Cgil dopo la resa senza condizioni al Jobs Act e la smobilitazione generale. L’obbiettivo dei padroni e’ cristallino: incassare tutti i vantaggi del nuovo regime della ricattabilita’ e inglobare la Cgil tutta, compresi i metalmeccanici, nel nuovo modello corporativo e autoritario fondato sulla contrattazione di ricatto e sul sindacalismo complice. La Cgil rende omaggio cosi a organizzazioni che hanno lavorato, ognuna dalla propria collocazione, alla distruzione del sistema sociale del nostro paese. Lo fa passando da Firenze in una sorta di Leopolda sindacale a testimoniare che lo scontro e’ tutto politicista, interno al Pd e al centrosinistra. Non sappiamo se il disastroso nuovo patto sociale che si annuncia arriverà a chiudersi davvero. Sono molte le contraddizioni e le spinte diverse in un quadro che non riesce più a trovare un equilibrio. Quello che è certo è che i danni sul lavoro, di questa linea, sono e saranno sempre più devastanti. Lo testimonia bene una pratica contrattuale che ormai interviene solo a peggiorare la condizione del lavoro. Nel 2009 fu l’iniziativa della Fiom e della FP, ed in particolare lo sciopero congiunto del 13 febbraio, ad impedire la firma di Epifani sul modello contrattuale, poi separato, che accettava le deroghe e la cancellazione di ogni autonomia nelle politiche salariali del sindacato. Oggi rischia, così come è accaduto con l’accordo del 10 gennaio 2014 favorito dalla ricomposizione congressuale Landini Camusso, di essere nuovamente decisiva la Fiom, che al Comitato Centrale avvia il percorso per il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici. Se Landini dovesse decidere l’unita di fondo con Fim e Uilm, anche se su piattaforme formalmente distinte, la Cgil avrà la strada spianata per chiudere il cerchio. Solo una lotta aperta contro il modello delle deroghe del Testo unico può impedire che venga liquidato formalmente il contratto nazionale. Sappiamo che è una battaglia difficilissima e quasi sicuramente destinata ad essere sconfitta in questa fase ma è solo sulla lotta che puoi sedimentare e consolidare zone di resistenza e di esistenza di sindacalismo di classe. Altrimenti alla fine si difende solo l’organizzazione, non i bisogni dei lavoratori. Con buona pace della coalizione sociale.

http://sindacatounaltracosa.org/2015/06/15/la-cgil-dice-si-a-squinzi/

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