mercoledì 14 ottobre 2015

Ipab San Camillo di Vicenza Ottobre 2014-Ottobre 2015 ad 1 anno dalla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.


In questi giorni assistiamo ad un crescendo di dichiarazioni, attraverso gli organi d’informazione locali e nazionali, sui gravissimi fatti che sembra siano accaduti alla casa di riposo per persone non autosufficienti  Ipab-San Camillo di Vicenza, in particolare sul video diffuso nel web che mostrava vermi fra le bende con cui era stato medicato un ospite dell’Ipab San Camillo , conseguenza di ipotesi di gravi carenze organizzative e di assistenza.




E’ passato un anno da quando il Coordinamento No Austerity ha portato la sua solidarietà alla lotta dei lavoratori, ma soprattutto delle lavoratrici, dell'Ipab-San
Camillo che avevano dato vita ad accese manifestazioni di protesta che si erano espletate anche con l’ occupazione della casa di riposo nella mattinata del 13 ottobre 2014.
Le lavoratrici, organizzate dal sindacato Usb (Unione sindacale di base) di Vicenza avevano anche  bloccato l’entrata ai dirigenti delle cooperative che gestivano la struttura: la vecchia cooperativa (Codess) e la nuova cooperativa (Bramasole), che aveva vinto l’appalto con un notevole ribasso e aveva  chiesto subito un ridimensionamento dell’orario di lavoro. “Ci vogliono rendere schiavi, con contratti da sfruttamento” avevano dichiarato le lavoratrici, in gran parte immigrate, provenienti da diversi Paesi. Il sindacato denunciava che la  cooperativa aveva  vinto grazie ad un ribasso di vari milioni e che si voleva   risparmiare  sulla pelle delle lavoratrici alle quali era stato imposto un contratto che riduceva l’orario di lavoro da 38 a 25 ore settimanali e riduceva il salario di circa 400 euro. Inoltre il sindacato affermava che la Bramasole voleva fosse firmato un contratto che imponeva straordinari settimanali fino al 50% delle ore, non retribuiti e calcolati come banca ore, senza malattia e senza maternità. Le settimane precedenti alle mobilitazioni avevano fatto sentire la propria voce anche i familiari degli anziani ricoverati; il comitato ospiti e famigliari dell' Ipab Vicenza, infatti,  si era  riunito in assemblea e aveva diramato un comunicato in cui annunciava la possibilità di “azioni che potrebbero estrinsecarsi nella richiesta in massa di cambio reparto all’interno di Ipab, al blocco nel pagamento delle rette o, nel peggiore dei casi, nella valutazione circa la convenienza o meno di continuare ad usufruire di tali servizi presso Ipab di Vicenza”.
Ma, nonostante la lotta determinata, in accordo con i loro rappresentanti sindacali, le lavoratrici hanno deciso di firmare il contratto in seguito alle forti pressioni e, soprattutto, alla paura di essere licenziate e, di conseguenza, per diverse di loro, di perdere il permesso di soggiorno.  Da segnalare, inoltre, che sono state comunque ottenuti, nel contratto, importanti riconoscimenti prima non contemplati riguardanti la maternità, le ferie e gli straordinari. Il contratto firmato dalle lavoratrici, pur essendo, a nostra avviso,  ancora un contratto di sfruttamento, è molto diverso da quello inizialmente imposto dalla Bramasole,  prima della lotta.
Quello che ci interessa far emergere, ad un anno d distanza e in seguito ai gravi fatti ipotizzati e  di cui si parla in questi giorni, è che la lotta di questi lavoratori, però, non puntava solo a migliori condizioni contrattuali ma anche ad una migliore qualità del servizio rivolto agli anziani. Soprattutto le lavoratrici, allora, manifestavano la loro preoccupazione per la qualità del servizio che poteva essere garantita solo con una presenza degli operatori non ridotta all’osso.
Il Coordinamento No Austerity, come un anno fa, esprime anche oggi la solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici del San Camillo, agli ospiti e alle famiglie della Casa di riposo  e auspica che le pesanti responsabilità di quanto potrebbe essere successo non siano scaricate, come spesso accade, sui lavoratori e sulle loro organizzazioni sindacali, come alcune dichiarazioni apparse recentemente sulla stampa ci sembra facciano intendere.

Patrizia Cammarata
Coordinamento No Austerity Vicenza

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