lunedì 28 novembre 2016

Intervista a Ivan Maddaluni a cura di Fabiana Stefanoni per PROGETTO COMUNISTA*

Ferrovieri e lavoratori dei trasporti: scioperi in corso!
La lotta contro le privatizzazioni e contro gli attacchi al diritto di sciopero




Intervista a Ivan Maddaluni, a cura di Fabiana Stefanoni


Intervistiamo in questo numero di Progetto Comunista Ivan Maddaluni, ferroviere, attivista della Cub Trasporti e militante del Fronte di Lotta No Austerity.


Ivan, tu sei un ferroviere, per questo rappresenti una delle categorie di lavoratori più colpite dagli attacchi padronali e governativi. Come sono oggi le condizioni di vita e di lavoro dei ferrovieri in Italia e, più in generale, quelle dei lavoratori dei trasporti?

Come ferrovieri veniamo da due CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro; NdR) consecutivi fortemente al ribasso, con i quali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e anche Orsa, nell'ultimo contratto, hanno concesso alla azienda l'aumento da 36 ore settimanali a 38, la riduzione degli intervalli tra turno e turno, l'aumento pesante del fuori residenza e dei ritmi lavorativi, lo spacchettamento dell'azienda, la privatizzazione e l'esternalizzazione di servizi e lavorazioni, l'appesantimento del clima repressivo, che ha portato anche a licenziamenti di ferrovieri impegnati in battaglie per la sicurezza. A tutto ciò si aggiunge che la categoria è stata tra le più colpite dalla legge Fornero con un aumento per alcune figure professionali di 9 anni dell'età pensionabile, oltre l'età media di vita di queste categorie.
Se estendiamo lo sguardo ad altre categorie dei trasporti la situazione è ancora più drammatica; in Alitalia la privatizzazione ha causato una mattanza di migliaia di posti di lavoro, spesso falciando sistematicamente le realtà più combattive, come successo negli Aeroporti Romani, dove i compagni della Cub Trasporti sono lasciati a casa, persino dopo aver vinto la causa per essere stati ingiustamente licenziati.
Nel TPL (Trasporto Pubblico Locale) invece la privatizzazione selvaggia degli ultimi anni ha cancellato diritti e tutele dei lavoratori, che hanno perso diverse centinaia di euro sugli stipendi, nonostante l'aumento dei ritmi lavorativi e parchi mezzi vetusti e poco sicuri.
Peggio ancora la realtà degli appalti: una giungla senza regole dove lo sfruttamento regna sovrano e dove, con il nuovo codice degli appalti, sono state anche cancellate le clausole sociali, che garantivano la riassunzione dei lavoratori in caso di cambio di appalto.
Di fronte a tutto ciò però i lavoratori non sono stati inermi e in molti settori sono iniziate lotte dure e determinate; come ferrovieri ad esempio siamo al 14° sciopero nazionale unitario di tutti i sindacati di base presenti, una mobilitazione che ha fermato, almeno per ora, ulteriori peggioramenti già prospettati da azienda e sindacati collusi.


Tra gli ostacoli che incontrate quotidianamente, quando rivendicate i vostri diritti, ci sono anche le leggi antisciopero, che sono particolarmente dure nel vostro settore (e si inaspriscono sempre più). Puoi parlarcene?

La legge 146 che regolamenta lo sciopero nei cosiddetti servizi essenziali, dicitura molto labile usata da Renzi persino per fermare le mobilitazioni dei lavoratori del Colosseo, è particolarmente restrittiva nei trasporti, dove per dichiarare sciopero sono obbligatori 20 giorni di preavviso (10 di avviso e 10 per proclamazione), non si può inoltre scioperare se vi sono altri scioperi già proclamati (spesso strumentalmente) nel settore per stesso ambito territoriale nell'arco di 10 giorni, né in corrispondenza di festività o eventi (per Expo siamo stati precettati due volte). Inoltre la legge non consente scioperi per più di 24 ore consecutive.
Il mancato rispetto delle regole comporta non solo multe micidiali per le OOSS (le organizzazioni sindacali; NdR) ma anche sanzioni pesanti per i lavoratori che possono rischiare anche il licenziamento; si tratta in effetti di una regolamentazione degli scioperi fra le più restrittive del mondo, eppure Renzi e sindacati concertativi vogliono ulteriormente appesantirla! Un attacco al diritto di dissenso che dobbiamo respingere compatti e decisi.


Il sindacato di cui fai parte, la Cub Trasporti, è tra quelli che più di tutti si è attivato nella costruzione di scioperi e iniziative unitarie del sindacalismo di base e conflittuale. Ci racconti come sono andate le ultime iniziative di sciopero e di coordinamento nel settore dei trasporti?

Gli scioperi hanno riscontrato una partecipazione maggioritaria della categoria. Va detto che sono stati scioperi costruiti dal basso nelle assemblee dei lavoratori che hanno elaborato una piattaforma di rivendicazioni contrattuali alternativa a quella concordata da azienda e sigle complici respingendo, ad oggi, il percorso verso il baratro che si prospettava. Una mobilitazione unitaria di tutto il sindacalismo di base in FS (l'azienda delle Ferrovie dello Stato, in via di totale privatizzazione; NdR), che i lavoratori hanno dettato e imposto dalla base.


Come ferrovieri della Cub Trasporti avete sempre prestato la massima attenzione alle lotte dei ferrovieri di altri Paesi (come la Francia e il Belgio, ad esempio). A ottobre a Firenze avete organizzato, insieme con altre realtà della Cub, un convegno internazionale di due giorni sul sindacalismo di base. Quali pensi siano i principali pregi e i principali limiti del sindacalismo conflittuale in Italia? Pensi sia importante la solidarietà internazionale?

La speculazione capitalista è organizzata a livello internazionale e globale, per questo dobbiamo lavorare in rete per fronteggiarla, del resto le dinamiche di privatizzazione che colpiscono il settore trasporti, i servizi essenziali, i beni comuni, sono le stesse in tutto il mondo. Inoltre, anche nei trasporti sono ormai attive multinazionali che speculano sul costo del lavoro e che è possibile fronteggiare solo organizzandoci a livello internazionale; si tratta però al momento soprattutto di una rete informativa e solidale, che deve lavorare ancora molto per costituire lotte internazionali unitarie.
Del resto, e qui vengo ai limiti del sindacalismo di base italiano, oggi l'unità dei lavoratori langue anche da noi ed è osteggiata non solo dalle manovre gattopardesche e interessate dei sindacati confederali maggioritari ma anche dalla tendenza egemonica e autoreferenziale che attraversa, seppur con accenti diversi, tutto il sindacalismo di base.
La due giorni di Firenze servirà per ribadire il nostro percorso di lotta e questi concetti, anche dentro la Cub.


Tu e altri ferrovieri della Cub siete in prima linea nella costruzione del Fronte di Lotta No Austerity, che in queste settimane ha promosso una campagna per uno sciopero generale unitario. Quali pensi dovranno essere le priorità del Fronte di Lotta nella prossima fase?

Il Fronte di Lotta No Austerity ha dimostrato efficacia nella ricerca dell'unità delle lotte e dei lavoratori a prescindere dalla appartenenza di sigla, uno strumento prezioso che a nostro avviso ha ancora molto da dare alle lotte di questo Paese.
Penso che una battaglia urgente e unificante sia proprio quella per la difesa del diritto di sciopero, su questa sicuramente ci concentreremo nei prossimi mesi.


Infine, una domanda più personale. Cosa significa per te l'attività sindacale? Pensi sia uno strumento per costruire un mondo migliore?

L'attività sindacale è in verità uno strumento di difesa contro lo sfruttamento dei padroni, se la intendiamo in senso più politico certamente l'obiettivo deve essere quello di un mondo giusto, estraneo allo sfruttamento capitalista; un riscatto delle masse popolari che può avvenire solo riconquistando la coscienza di lotta di chi è sfruttato ed emarginato, lottando contro razzismo, maschilismo ed egoismo individualista, riscoprendo la volontà e il coraggio della mobilitazione, come esigenza di classe.
Una lotta che per essere vittoriosa deve trovare unità e solidarietà sia sindacale che politica, delle forze antisistemiche e marxiste di questo Paese; per questo continueremo a lavorare.


*Mensile del Partito d'Alternativa Comunista



(13/10/2016)

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