La lotta
contro le privatizzazioni e contro gli attacchi al diritto di sciopero
Intervista a Ivan Maddaluni, a cura di
Fabiana Stefanoni
Intervistiamo in questo numero di Progetto Comunista Ivan
Maddaluni, ferroviere, attivista della Cub Trasporti e militante del
Fronte di Lotta No Austerity.
Ivan,
tu sei un ferroviere, per questo rappresenti una delle categorie di lavoratori
più colpite dagli attacchi padronali e governativi. Come sono oggi le
condizioni di vita e di lavoro dei ferrovieri in Italia e, più in generale,
quelle dei lavoratori dei trasporti?
Come ferrovieri
veniamo da due CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro; NdR) consecutivi
fortemente al ribasso, con i quali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e anche Orsa,
nell'ultimo contratto, hanno concesso alla azienda l'aumento da 36 ore
settimanali a 38, la riduzione degli intervalli tra turno e turno, l'aumento
pesante del fuori residenza e dei ritmi lavorativi, lo spacchettamento
dell'azienda, la privatizzazione e l'esternalizzazione di servizi e
lavorazioni, l'appesantimento del clima repressivo, che ha portato anche a
licenziamenti di ferrovieri impegnati in battaglie per la sicurezza. A tutto
ciò si aggiunge che la categoria è stata tra le più colpite dalla legge Fornero
con un aumento per alcune figure professionali di 9 anni dell'età pensionabile,
oltre l'età media di vita di queste categorie.
Se estendiamo lo
sguardo ad altre categorie dei trasporti la situazione è ancora più drammatica;
in Alitalia la privatizzazione ha causato una mattanza di migliaia di posti di
lavoro, spesso falciando sistematicamente le realtà più combattive, come
successo negli Aeroporti Romani, dove i compagni della Cub Trasporti sono
lasciati a casa, persino dopo aver vinto la causa per essere stati
ingiustamente licenziati.
Nel TPL
(Trasporto Pubblico Locale) invece la privatizzazione selvaggia degli ultimi
anni ha cancellato diritti e tutele dei lavoratori, che hanno perso diverse
centinaia di euro sugli stipendi, nonostante l'aumento dei ritmi lavorativi e
parchi mezzi vetusti e poco sicuri.
Peggio ancora la
realtà degli appalti: una giungla senza regole dove lo sfruttamento regna
sovrano e dove, con il nuovo codice degli appalti, sono state anche cancellate
le clausole sociali, che garantivano la riassunzione dei lavoratori in caso di
cambio di appalto.
Di fronte a
tutto ciò però i lavoratori non sono stati inermi e in molti settori sono
iniziate lotte dure e determinate; come ferrovieri ad esempio siamo al 14° sciopero
nazionale unitario di tutti i sindacati di base presenti, una mobilitazione che
ha fermato, almeno per ora, ulteriori peggioramenti già prospettati da azienda
e sindacati collusi.
Tra
gli ostacoli che incontrate quotidianamente, quando rivendicate i vostri
diritti, ci sono anche le leggi antisciopero, che sono particolarmente dure nel
vostro settore (e si inaspriscono sempre più). Puoi parlarcene?
La legge 146 che
regolamenta lo sciopero nei cosiddetti servizi essenziali, dicitura molto
labile usata da Renzi persino per fermare le mobilitazioni dei lavoratori del
Colosseo, è particolarmente restrittiva nei trasporti, dove per dichiarare
sciopero sono obbligatori 20 giorni di preavviso (10 di avviso e 10 per
proclamazione), non si può inoltre scioperare se vi sono altri scioperi già
proclamati (spesso strumentalmente) nel settore per stesso ambito territoriale
nell'arco di 10 giorni, né in corrispondenza di festività o eventi (per Expo
siamo stati precettati due volte). Inoltre la legge non consente scioperi per
più di 24 ore consecutive.
Il mancato
rispetto delle regole comporta non solo multe micidiali per le OOSS (le
organizzazioni sindacali; NdR) ma anche sanzioni pesanti per i lavoratori che
possono rischiare anche il licenziamento; si tratta in effetti di una
regolamentazione degli scioperi fra le più restrittive del mondo, eppure Renzi
e sindacati concertativi vogliono ulteriormente appesantirla! Un attacco al
diritto di dissenso che dobbiamo respingere compatti e decisi.
Il
sindacato di cui fai parte, la Cub Trasporti, è tra quelli che più di tutti si
è attivato nella costruzione di scioperi e iniziative unitarie del sindacalismo
di base e conflittuale. Ci
racconti come sono andate le ultime iniziative di sciopero e di coordinamento
nel settore dei trasporti?
Gli scioperi
hanno riscontrato una partecipazione maggioritaria della categoria. Va detto
che sono stati scioperi costruiti dal basso nelle assemblee dei lavoratori che
hanno elaborato una piattaforma di rivendicazioni contrattuali alternativa a
quella concordata da azienda e sigle complici respingendo, ad oggi, il percorso
verso il baratro che si prospettava. Una mobilitazione unitaria di tutto il
sindacalismo di base in FS (l'azienda delle Ferrovie dello Stato, in via di
totale privatizzazione; NdR), che i lavoratori hanno dettato e imposto dalla
base.
Come
ferrovieri della Cub Trasporti avete sempre prestato la massima attenzione alle
lotte dei ferrovieri di altri Paesi (come la Francia e il Belgio, ad esempio).
A ottobre a Firenze avete organizzato,
insieme con altre realtà della Cub, un convegno internazionale di due giorni
sul sindacalismo di base. Quali pensi siano i principali pregi e i principali
limiti del sindacalismo conflittuale in Italia? Pensi sia importante la
solidarietà internazionale?
La speculazione
capitalista è organizzata a livello internazionale e globale, per questo
dobbiamo lavorare in rete per fronteggiarla, del resto le dinamiche di
privatizzazione che colpiscono il settore trasporti, i servizi essenziali, i
beni comuni, sono le stesse in tutto il mondo. Inoltre, anche nei trasporti
sono ormai attive multinazionali che speculano sul costo del lavoro e che è
possibile fronteggiare solo organizzandoci a livello internazionale; si tratta
però al momento soprattutto di una rete informativa e solidale, che deve
lavorare ancora molto per costituire lotte internazionali unitarie.
Del resto, e qui
vengo ai limiti del sindacalismo di base italiano, oggi l'unità dei lavoratori
langue anche da noi ed è osteggiata non solo dalle manovre gattopardesche e
interessate dei sindacati confederali maggioritari ma anche dalla tendenza
egemonica e autoreferenziale che attraversa, seppur con accenti diversi, tutto
il sindacalismo di base.
La due giorni di
Firenze servirà per ribadire il nostro percorso di lotta e questi concetti,
anche dentro la Cub.
Tu
e altri ferrovieri della Cub siete in prima linea nella costruzione del Fronte
di Lotta No Austerity, che in queste settimane ha promosso una campagna per uno
sciopero generale unitario. Quali pensi dovranno essere le priorità del Fronte
di Lotta nella prossima fase?
Il Fronte di
Lotta No Austerity ha dimostrato efficacia nella ricerca dell'unità delle lotte
e dei lavoratori a prescindere dalla appartenenza di sigla, uno strumento
prezioso che a nostro avviso ha ancora molto da dare alle lotte di questo
Paese.
Penso che una
battaglia urgente e unificante sia proprio quella per la difesa del diritto di
sciopero, su questa sicuramente ci concentreremo nei prossimi mesi.
Infine,
una domanda più personale. Cosa significa per te l'attività sindacale? Pensi
sia uno strumento per costruire un mondo migliore?
L'attività
sindacale è in verità uno strumento di difesa contro lo sfruttamento dei
padroni, se la intendiamo in senso più politico certamente l'obiettivo deve
essere quello di un mondo giusto, estraneo allo sfruttamento capitalista; un
riscatto delle masse popolari che può avvenire solo riconquistando la coscienza
di lotta di chi è sfruttato ed emarginato, lottando contro razzismo,
maschilismo ed egoismo individualista, riscoprendo la volontà e il coraggio
della mobilitazione, come esigenza di classe.
Una lotta che
per essere vittoriosa deve trovare unità e solidarietà sia sindacale che
politica, delle forze antisistemiche e marxiste di questo Paese; per questo
continueremo a lavorare.
*Mensile del Partito d'Alternativa Comunista
(13/10/2016)
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