Sono state tante le lettere, gli esposti ed i comunicati che Cub Trasporti ed AirCrewCommittee hanno prodotto a sostegno della tutela della salute dei lavoratori dal contagio del coronavirus: la prima risale al gennaio 2020, quando il pericoloso Covid-19 era solo un lontano pericolo che riguardava la Cina. Oggi, mentre all’orizzonte si fa concreta la recrudescenza della pandemia, è opportuno lanciare l’allarme e pretendere la massima tutela per i lavoratori.
IL VIRUS CORRE MOLTO PIÙ VELOCE DELLE TURBINE…
Quando sono i profitti a comandare, la memoria è facile a perdersi, eppure sono passati solo pochi mesi dall’arrivo perentorio del Covid-19, in Italia come in Europa, soprattutto per mezzo del trasporto aereo, creando una crisi sanitaria ed economica che i lavoratori difficilmente dimenticheranno. Come è stato inammissibile continuare a volare senza nessuna precauzione tra gennaio e febbraio 2020, allo stesso modo è stata inaccettabile la riapertura dei voli senza rigidissime prescrizioni e la massima tutela per i lavoratori e per i passeggeri a giugno/luglio. Inaccettabile e vergognoso, ad esempio, il mancato distanziamento sugli aerei: di nuovo è necessario rincorrere i positivi (molto più veloci degli aerei) con chiusure, quarantene e tamponi rapidi, provenienti dai Paesi a “rischio”.
I LAVORATORI NON POSSONO CONTINUARE AD ESSERE CARNE DA MACELLO
Nell’incertezza e nell’indeterminatezza delle misure adottate sono stati i lavoratori di terra e di volo a subire la maldestra e spregiudicata gestione del traffico aereo, ove a prevalere è sempre valida la “ragion di Stato” del profitto privato sul buonsenso della tutela della salute pubblica (…non si spiega altrimenti la mancata chiusura dei voli da/per gli USA, il Paese con più contagi e morti!). La decisione di revocare l’obbligo del distanziamento sugli aeromobili, procedendo in deroga a specifiche normative a tema, è emblematica: una misura pericolosa ed insensata, assunta anche dal Governo italiano per ubbidire alle pressioni delle compagnie, soprattutto delle Low Cost, che hanno, più di altre, la necessità di riempire i voli per far tornare i conti (…alcune compagnie stanno rivedendo tale misura, accorgendosi che i passeggeri non si fidano delle storielle sui filtri Hepa…!). Ridicola la scusa dei filtri Hepa, che renderebbero l’aria della cabina assimilabile a quella di una sala operatoria (sic!): imbarazzante metafora del livello raggiunto da alcuni scienziati “embended”, al servizio del potere del denaro. Tra l’altro sono stati redatti studi internazionali che smentiscono tale tesi, a cui hanno fatto seguito dichiarazione di alcuni dei membri del comitato tecnico scientifico considerandola una corbelleria. Si pensi cosa possano fare i filtri Hepa su un volo di lungo raggio, in cui i passeggeri si tolgono la mascherina per mangiare e girano per l’aeromobile per sgranchirsi le gambe. In tutto ciò si pensi che al personale di volo (sono circa 500 i colleghi di volo posti fino ad oggi in isolamento fiduciario, senza notizie chiare su eventuali positivi…alla faccia dei potenti filtri!!!) sono state consegnate solo alcune mascherine di carta, invece di dotarli di maschere FP2-3, di guanti e occhiali/visiere protettivi, dotazioni che devono diventare stringenti in questa fase, insieme al distanziamento sugli aeromobili. Stessa identica situazione la ritroviamo a terra negli aeroporti: gli addetti al check-in, imbarco come anche le rampe, devono affrontare centinaia di passeggeri, di cui molti senza mascherine chirurgiche o con mascherine con filtri, non garantendo protezione ai lavoratori (…giungono in aeroporto come una armata Brancaleone), senza rispettare la regola del distanziamento sociale, con infrastrutture non idonee a tale emergenza, a diretto contatto con documenti, carte d’imbarco e smartphone dei passeggeri. Come per i colleghi di volo, è ora che la mascherina di carta prenda il posto a presidi più sicuri e a dotazioni più adeguate (…il personale di terra non viene informato se è entrato in contatto con passeggeri positivi al Covid). A tale proposito appare risibile ed indegna la misura adottata dalle aziende per rendere più “agile” il lavoro ai colleghi: ha tolto loro le sedie alle uscite d’imbarco al molo E, costringendoli a lavorare turni interi, oltre che con dispositivi di protezione inadeguati, anche in piedi per ore.
NON È COSÌ CHE RIPRENDEREMO IL VOLO
È evidente che se si vuole davvero contenere la pandemia è necessario, a partire dagli aeroporti e dai porti, assicurare la salvaguardia e la salute dei lavoratori e dei passeggeri: solo garantendo la sicurezza si potrà riacquisire la fiducia dei passeggeri, tornando più velocemente ad una situazione di normalità senza rischi per tutta la collettività. La Cub Trasporti ed Acc hanno inviato una prima lettera il 14 agosto, pronti ad adoperarsi da subito con ulteriori iniziative a tutela di tutti i lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino di Alitalia, delle società di Handling e di tutto l’indotto.
LA TUTELA DELLA SALUTE PRIMA DEI PROFITTI
Roma – Fco 22.08.20
CUB TRASPORTI / AIRCREW COMMITTEE
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