martedì 10 novembre 2015

No AUSTERITY al fianco dei lavoratori Bridgestone di Bari

Bridgestone Bari - PERCHÈ SOSTENERE IL Comitato del NO

Tags: Lotta dei lavoratori Bridgestone di Bari

• NASCITA
Nato i primi di agosto 2015, con l'obiettivo di supportare e difendere la volontà dei lavoratori che, liberamente e democraticamente, si erano espressi in maggioranza con un perentorio NO nel referendum aziendale, il “Comitato del NO- lavoratori Bridgestone in lotta”, ha sin da subito raccolto le paure e le preoccupazioni dei lavoratori e delle loro famiglie precipitate nello sconforto provocato dal programma di conversione dei costi che lo stabilimento Bridgestone di Bari ha dovuto subire da parte dei vertici europei della compagnia nipponica la cui unica vera motivazione è la crescita dei “profitti” a danno di centinaia di lavoratori e famiglie.
Conversione, che non consiste solo ed esclusivamente nella produzione di prodotto finito (da pneumatici “Premium” a pneumatici “General Use”), ma interessa, soprattutto, il dimezzamento dei salari, la cancellazione di “diritti dei lavoratori” (conquistati duramente negli ultimi 40 anni dopo lotte e sacrifici) ed infine, ma non meno importante, il dimezzamento della forza lavoro (lavoratori), rendendo lo stabilimento di Bari (sito in un paese europeo, l’Italia) concorrenziale con altri stabilimenti dell’est europeo, che hanno insite diverse tipologie di economie e di culture.
La costituzione del Comitato del NO avviene in un momento preciso del percorso di “conversion cost”, laddove la compagnia, complici i sindacati e le istituzioni, deve convincere tutti i lavoratori a sottoscrivere, mediante firma, una “scrittura privata”; scrittura, questa, mediante la quale ogni lavoratore deve rinunciare, volontariamente e definitivamente, ad alcuni emolumenti salariali facenti parte del CCNL.

• EVOLUZIONE (... il non piegarsi)
Il “Comitato del NO”, per sua genesi (lavoratori “intersindacali” che si sono liberamente “auto organizzati”), ha fatto propria l’”essenza” del dire: “Basta!”, difronte alle innumerevoli rinunce che negli ultimi anni i lavoratori sono stati costretti a subire, con il tacito assenso delle forze sindacali.
Sebbene la Direzione Aziendale, sfruttando paure e ricatti, sia riuscita, malgrado il freno posto dal Comitato del NO, a raggiungere i suoi fini in questa battaglia di “conversion cost”, “noi” (Comitato del NO) non abbiamo minimamente cessato di lottare e tenere uniti i lavoratori.
Lottare, affinché i lavoratori non vengano trattati come bestie, lottare, affinché vengano rispettati tutti i diritti (non ancora toccati) conquistati dopo anni di dura lotta, lottare,affinché si risvegli una “coscienza di classe”, perché il problema di un singolo lavoratore non rimanga solo ed esclusivamente un “suo” problema, ma diventi un problema di tutti i colleghi, di tutti i lavoratori, di tutti i “compagni” (“cum panis”: coloro che si trovano a condividere lo stesso “pane”).

• QUESTIONE: NON FIRMATARI

(clicca sull'immagine per ingrandirla)

Questa foto è stata scattata dal quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” di circa due settimane fa e mostra le aziende più floride nell'area metropolitana di Bari.
I numeri indicati stridono con l’opera di impoverimento in atto, voluta dal padrone (con annessi e connessi). Questa foto, sarebbe dovuta essere motivo di orgoglio per i lavoratori che, nonostante le dure condizioni di una fabbrica non certo sicura, hanno portato la propria azienda ad essere tra le prime del territorio in termini di fatturato, invece urla vendetta per quanti sono arrivati o stanno arrivando sul lastrico, grazie alla fredda logica di un potere basato solo ed esclusivamente sul profitto e per giunta dà forza e ragione al manipolo di “non firmatari” che è rimasto a lottare non per essi stessi, ma perL’INTERA CLASSE OPERAIA!
Una multinazionale che fattura € 363.000.000 non deve e non può portare “alla fame” il lavoratore che gli ha prodotto quel fatturato ed è da questa convinzione che nasce il coraggio di quel manipolo di “non firnatari”, che, preso coscienza di ciò che sta accadendo, ha deciso di “resistere”!

• QUESTIONE: ACCORDO 30.09.2013
L’accordo (balordo) che è stato quasi “confezionato” del tutto, è un accordo insostenibileed inapplicabile!
Il “Comitato del NO” continuerà ad opporsi e a lottare affinché vengano apportati dei “correttivi” in corsa nell’anno 2016; questo proprio perché per chi lavora in fabbrica è facile immaginare come diventerebbe il lavoro da svolgere all’interno dello stabilimento, seguendo fedelmente ciò che hanno deciso nella “stanza dei bottoni”: più produzione, più profitto, con meno lavoratori, meno pause, meno guadagni (per il lavoratore), meno…, meno…, meno…!

• QUESTIONE: ESUBERI
Alla luce della foto di cui sopra e, in considerazione dell'incremento del numero di pneumatici previsto per il prossimo anno, il “Comitato del NO” è contrario alla questione“esuberi”,
L'iinvito che viene rivolto a tutti i colleghi, lavoratori e compagni di stabilimento è quello di “lottare” uniti contro il licenziamento di coloro che l'azienda definisce esuberi, ma che sono operai che come tutti gli altri per anni si sono sacrificati per l'azienda in condizioni ambientali e con i rischi per la salute che noi tutti conosciamo bene.
Lottare unitamente al fianco del “Comitato del NO” che è l’unica espressione libera, slegata dai compromessi con il padrone, che lotta ESCLUSIVAMENTE per difendere i diritti di tutti, e dico TUTTI i lavoratori (firmatari e non firmatari che siano)!

Sostenere e aderire al Comitato del NO è necessario perché solo uniti potremo contare qualcosa e perché i diritti ai lavoratori non li regala nessuno e per averli è necessario lottare!
L’invito rivolto a tutti i lavoratori Bridgestone è quello di contattare i portavoce del Comitato del NO, chiedere maggiori informazioni, ma soprattutto di “sostenere il Comitato”; ...di sostenere noi stessi, per riappropriarsi del presente e tornare a guardare ad un futuro dignitoso.

COMITATO DEL “NO”
LAVORATORI BRIDGESTONE IN LOTTA

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