“...keep
a clean nose / watch the plain clothes / you dont't need a weatherman / to
know which way the wind blows” (1)
(subterranean homesick blues)
NO
NOBEL? NO PARTY
di Gianni Sartori
Alla fine sembra che Robert
Zimmerman (nato nel 1941 e diventato Bob Dylan, in onore del poeta Dylan
Thomas, solo nel 1962 ) questo premio Nobel andrà a prenderselo, magari l'anno
prossimo in occasione di un concerto a Stoccolma.
Legittimi, per quanto scontati,
gli “atroci dubbi” alla Nanni Moretti:
per farsi maggiormente notare è meglio presenziare a qualche cerimoniale o
evitare di andarci?
Scarterei invece il paragone con
gli illustri precedenti di Jean-Paul Sartre (nel 1964) e di George Bernard Shaw (nel
1925) ( 2).
Anche perché Sartre avrebbe
comunque ritirato il premio in denaro in un secondo tempo, forse per devolverlo
a qualche nobile causa o per rimediare ad un periodo di ristrettezze
finanziarie. Quanto allo scrittore irlandese, alla fine si lasciò convincere ad
accettare il premio, ma volle che
il denaro venisse utilizzato per la traduzione dallo svedese dell'opera di
Strindberg.
Del resto quello di Bob Dylan
non sarebbe stato il primo caso di Nobel accettato ma non ritirato. Qualcosa
del genere era accaduto con Harold Pinter e con Doris Lessing (forse per
ragioni di salute).
Un possibile segno premonitore
del mezzo rifiuto di Bob Dylan andrebbe cercato scandagliando i fondali di
qualche sua vita precedente… Nel 1963 il
Comitato di Emergenza delle Libertà Civili gli aveva attribuito il premio Tom
Paine come riconoscimento del suo impegno a favore dei diritti, della pace e
della libertà. E' lo stesso Dylan a raccontare quanto accadde all'Hotel
Americana dove si svolgeva la cerimonia: “Appena arrivato lì, mi sono
sentito male. Prima di tutto non hanno lasciato entrare quelli che erano con
me: non erano vestiti bene, o cose del genere. Allora ho cominciato a bere, ho
guardato giù dalla pedana e ho visto un mucchio di gente che non aveva niente a
che fare col mio tipo di politica. Li ho guardati e mi sono spaventato. Erano
quelli che si erano mescolati con la Sinistra negli anni Trenta e che ora
stavano sostenendo gli sforzi per i Diritti Civili. Questo era bello da parte
loro, ma avevano anche visoni e gioielli e pareva che dessero i loro soldi per
un senso di colpa. Mi sono alzato per andarmene, ma mi hanno seguito e ripreso
dicendomi che ero costretto (forse la “parola chiave” nda) ad
accettare il premio. Quando mi alzai per fare il mio discorso stavano parlando
dell'uccisione di Kennedy e dei monaci buddisti in Vietnam...io parlai di Lee
Oswald..e loro hanno cominciato a fischiare. Mi guardavano come fossi un
animale “.
Certo, in questo frangente si
trattava di un parterre di radical-chic (o se preferite gauche-cavial)
ante litteram, mentre alla consegna del Nobel presenziano autorevoli
accademici, ma qualche analogia non manca.
Forse Dylan temeva di sentirsi “fuori posto”. A modo suo
resta pur sempre un “disadattato”. per quanto di successo (da adolescente
scappò di casa almeno sette volte...”e l'ultima fu la volta buona”).
Oppure davvero non sapeva come
reagire al premio, presumibilmente inaspettato. Non stava quindi facendo le
bizze, i capricci, e nemmeno ha voluto “rovesciare il sistema”.
A questa eventualità non ha mai
pensato seriamente; anche all'epoca eroica dei suoi esordi (song
to woody, blowing in the wind, master of war, a hard rain's gonna
fall, the time they are a-changin'...) NON è mai stato un secondo Woody
Guthrie (3), tantomeno un altro Joe Hill (4).
Li imitava, semplicemente.
E se l'avesse fatto solamente
per tutelare la propria persona? Per non restare inchiodato al simbolo
(“qualcosa di più di un idolo” sentenziava Bertoncelli ancora nel 1973) che lui
stesso ha contribuito ampiamente a creare. Ricordo che l'immagine di se stesso
come una farfalla trafitta dallo spillo da entomologo è stata una sua
ossessione ricorrente. Dylan è solito rifiutare i bis, in qualche occasione si
è alzato a metà concerto andandosene via non sopportando fischi o contestazioni
(soprattutto all'epoca dei suoi improvvisi cambi di stile: dal folk al rock,
dalla chitarra acustica a quella elettrica, dalla protesta all'intimismo
bucolico, stile Nashville...passando per qualche crisi mistica). Come disse una
volta ai fans sovraeccitati: “non sono il vostro juke-box”.
1) Da questi versi (“pulisciti
il naso / e stai attento agli agenti in borghese / non hai bisogno di un
meteorologo / per sapere da che parte
soffia il vento”) presero ispirazione i giovani contestatori delusi dalla
politica dei gruppi studenteschi pacifisti (come SDS) giudicata sterile e
inconcludente.
Il movimento dei “ Weatherman”, costituito
principalmente da militanti radicali bianchi, si oppose con sabotaggi e azioni
dirette alla guerra in Vietnam colpendo
centri di reclutamento, aziende legate alla produzione bellica, stazioni
di polizia, centrali della CIA.
Tra gli obiettivi maggiormente
danneggiati: IBM, Mobil Oil, General Motors, Chase Manhattan Bank di New York,
Bank of America e, perfino, una sede segreta della CIA di Ann Arbor che in
seguito venne chiusa. Non risulta che Bob Dylan abbia mai espresso interesse
per questo “esproprio” dei versi di una sua lirica, tanto meno che abbia
dedicato canzoni ai ribelli di allora.
A parte quella per un suo sfortunato
coetaneo afroamericano, George Jackson (militante Black Panther
assassinato in prigione nel 1971, la sua morte innescò la grande rivolta nel
carcere di Attica), scritta fuori tempo massimo, a due anni ormai
dall'inversione di rotta epocale e irreversibile di Nashville Skyline (1969).
Niente più che un momentaneo “ritorno al passato” prontamente rimosso e
dimenticato.
Un'ultima citazione per
l'organizzazione che dei Weatherman può essere considerata la versione
britannica, l'Angry Brigade (Brigata arrabbiata). Del resto anche Londra
aveva il suo, per quanto modesto, Vietnam: l'Irlanda del Nord.
2) Nella circostanza Shaw fu
particolarmente caustico verso la prestigiosa Accademia svedese: “Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma
solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel".
Altra coincidenza: Shaw e
Dylan hanno vinto entrambi sia il Nobel che l'Oscar.
3)Woodrow Wilson Guthrie
(1912 – 1967), uno dei padri nobili
della canzone di protesta. Seppe coniugare abilmente il blues dei Neri con il
folk di matrice bianca e, oltre a Dylan, con la sua musica influenzò Joan Baez,
Bruce Springsteen, Phil Ochs...
Censurato alla radio,
pesantemente controllato dal FBI e, durante il maccartismo, dalla Commissione
per le attività antiamericane in quanto comunista, girava gli Stati Uniti con
una chitarra su cui stava scritto “This machine kills fascists”. Nel
1961 Bob Dylan si recò in autostop al Greystone Hospital, un misero sanatorio
del New Jersey dove Woody, ammalato da tempo del morbo di Huntington, si
allenava a tirare le cuoia, trascorrendo una mezza giornata con lui. “This land is your land” rimane la canzone più nota e universalmente riproposta di
Guthrie.
4)Joe Hill (1879 – 1915),
figlio di un ferroviere svedese (come Nobel, coincidenza) si chiamava in realtà
Joel Emmanuel Hagglund. Minatore, boscaiolo, facchino, hobo e attivo
militante sindacale, viene considerato il precursore della canzone proletaria
statunitense, quella legata alle lotte dei Wobblies (IWW, Industrial
Workers of the World). Le sue canzoni (Rebel Girl, The preacher and the
slave, Casey Jones...) vennero raccolte nel “IWW Little Red
Songbook” diffondendosi tra i lavoratori in lotta di ogni angolo degli Stati
Uniti e anche all'estero. Accusato su base indiziaria di omicidio, vittima
presumibilmente dei “boss del rame” dell'Utah (all'epoca lavorava in una
miniera di Salt Lake City e si era opposto al loro dominio incondizionato), Joe
Hill venne condannato a morte. Sarà fucilato il 19 novembre 1915 nonostante una
vasta campagna internazionale che proclamava la sua innocenza, una
mobilitazione analoga a quella di qualche anno dopo per altri due lavoratori
immigrati condannati alla sedia elettrica, Sacco e Vanzetti. In sua
memoria vennero scritte molte canzoni: La più nota è sicuramente “I dreamed
i save Joe Hill last Night” (di cui si ricorda l'emozionante esibizione di
Joan Baez a Woodstock nel 1969), colonna sonora di un film sul militante
rivoluzionario assassinato.
Su quella stessa musica,
con precisi riferimenti al ritornello di «I dreamed i save Joe Hill last
Night» anche nel testo, Pino Masi (cantautore di riferimento per
Lotta Continua) scrisse «Quello che mai potranno fermare» – conosciuta
anche come «Ho fatto un sogno questa notte» dedicandola a Franco
Serantini; una canzone che talvolta viene confusa con altre due, scritte per
Serantini da Piero Nissim e Ivan Della Mea.
novembre 2016
ALCUNE CANZONI DI BOB DYLAN
(traduzione di Stefano Rizzo – Newton Compton
Editori - 1972)
song
to woody
(1962)
I'm
out here
a
thousand miles from home
walking
a road
other
men have gone down
I'm
seeing a new world
of
people and things
hear
paupers and peasants
and
princes and kings
hey
hey woody guthrie
I
wrote you a song
about
the funny old world
that's
coming along
seems
sick and it's torn
it
looks like it's dying
and
it's hardly been born
hey
woody guthrie
but
I know that you know
all
the things I'm a singing
and
a many time more
I'm
singing you this song
but
i can't sing enough
'cause
there's not many men
that've
done the things you've done
here's
to cisco and sonny
and
leadbelly too
and
to all the good people
that
travelled with you
here's
to the hearts
and
the hands of the men
that
come with the dust
and
are gone with the wind
I'm
leaving tomorrow
but
I could leave today
somewhere
down the road
someday
the
very last thing
that
I'd want to do
is
to say
I've
been hitting some hard travelling too
canzone per woody
sono quaggiù all'aperto
mille miglia da casa
cammino per una strada
che altri uomini hanno percorso
vedo un mondo nuovo
di gente e di cose
ascolto poveri e contadini
principi e re
ehi ehi woody guthrie
ti ho scritto una canzone
su questo vecchio buffo mondo
che va per la sua strada
sembra malato ed è affamato
è stanco ed è lacerato
sembra che stia per morire
ed è appena nato
ehi woody guthrie
ma io so che tu sai
tutte le cose che canto
e molte altre di più
ti canto questa canzone
ma non posso cantare abbastanza
perché non sono molti gli uomini
che hanno fatto quello che hai fatto tu
e la dedico a cisco e a sonny
e anche a leadbelly
e a tutti gli uomini buoni
che hanno viaggiato con te
la dedico al cuore
e alle mani degli uomini
che vengono con la polvere
e se ne vanno col vento
me ne vado domani
ma potrei partire oggi
da qualche parte lungo la strada
un giorno
proprio l'ultima cosa
che vorrei fare
è poter dire
ho fatto anche io molta strada
blowing
in the wind (1963)
how
many roads must a man walk down
before
you can call him a man
yes
'n how many seas must a white dove sail
before
she sleeps in the sand
yes
and how many times must the cannonballs fly
before
they're forever banned
the
answer my friend is blowing in the wind
the
answer is blowing in the wind
yes
and how many years can a mountain exist
before
it is washed to the sea
yes
and how many years can some people exist
before
they're allowed to be free
yes
and how many times can a man turn his head
and
pretend that he just doesn't see
the
answer my friend is blowing in the wind
the
answer blowing in the wind
yes
and how many times must a man look up
before
he can see the sky
yes
and how many ears must one man have
before
he can hear people cry
yes
and how many deaths will it take till he knows
that
too many people have died
the
answer my friend is blowing in the wind
the
answer is blowing in the wind
soffia nel vento
quante strade deve percorrere un uomo
prima di poterlo chiamare uomo
e quanti mari deve navigare una bianca colomba
prima di dormire sulla sabbia
e quante volte debbono volare le palle di
cannone
prima di essere proibite per sempre
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento
e quanti anni può una montagna esistere
prima di essere spazzata verso il mare
e quanti anni possono gli uomini esistere
prima di essere lasciati liberi
e quante volte può un uomo volgere il capo
e fare finta di non vedere
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento
e quante volte deve un uomo guardare in alto
prima di poter vedere il cielo
e quanti orecchi deve un uomo avere
prima di poter sentire gli altri che piangono
e quanti morti ci vorranno prima che lui
sappia
che troppi sono morti
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento
masters
of war (1963)
come
you masters of war
you
that build the big guns
you
that build the death planes
you
that build all the bombs
you
that hide behind walls
you
that hide behind desks
I
just want you to know
I
can see through your mask
you
that never done nothing
but
build to destroy
you
play with my world
like
it's your little toy
you
put a gun in my hand
and
you hide from my eyes
and
you turn and run farther
when
the fast bullets fly
like
judas of old
you
lie and deceive
a
world war can be won
you
want me to believe
but
I see through your eyes
and
I see trough your brain
like
I see trough the water
that
runs down my drain
you
fasten all the triggers
for
the others to fire
and
then you set back and watch
when
the death count gets higher
you
that hide in your mansion
as
young people's blood
flows
out of their bodies
and
is buried in the mud
you've
thrown the worst fear
that
can ever be hurled
fear
to bring children
into
the world
for
threatening my baby
unborn
and unnamed
you
ain't worth the blood
that
runs in your veins
how
much do I know
to
talk out of turn
you
might say that I'm unlearned
but
there's one thing I know
though
I'm younger than you
that
even Jesus would never forgive
what
you do
let
me ask you one question
is
your money that good
will
it buy you forgiveness
do
you think that it could
I
think you will find
when
your death takes its toll
all
the money you made
will
never buy back your soul
and
I hope that you die
and
your death will come soon
I'll
Follow your casket
on
a pale afternoon
and
I'll watch while you're lowered
down
to your deathbed
and
I'll stand over your grave
till
I'm sure that you're dead
padroni della guerra
venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole
come giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giù nella fogna
voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango
avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre venerdì
che cosa so io
per parlare quando non è il mio turno
direte che sono giovane
direte che non so abbastanza
ma c'è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi
che perfino Gesù non perdonerebbe
quello che fate
voglio farvi una domanda
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe
io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l'anima
e spero che moriate
e che la vostra morte venga presto
seguirò la vostra bara
un pallido pomeriggio
e guarderò mentre vi calano
giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siete morti