lunedì 13 febbraio 2017

Pubblichiamo e condividiamo questo interessante articolo di Mauro Buccheri (PdAC)

La deriva inarrestabile
del Movimento 5 stelleDai proclami xenofobi al supporto a Trump ed Assad.
Dalle disavventure romane alla celebrazione della povertà

di Mauro Buccheri
 

Il Movimento 5 stelle chiede da tempo il ritorno degli italiani alle urne. Il suo stato maggiore scalpita, infatti, perché intravede la possibilità di fare il grande salto: quello verso Palazzo Chigi (1). Ai giornalisti che chiedono con quale programma il movimento pentastellato si presenterebbe oggi alle elezioni politiche, Di Battista risponde che la priorità va data alle piccole e medie imprese (2). Una risposta per nulla imprevedibile, data la natura piccolo borghese del M5s. Il programma grillino, oggi come ieri, si pone come orizzonte ultimo la lotta (almeno a parole) ai privilegi della casta politica e alla “corruzione”, ma non mette minimamente in discussione il sistema capitalista, cioè un sistema strutturalmente fondato sullo sfruttamento e sull'oppressione della maggioranza dell'umanità.
Infinite volte in passato, mettendo in guardia quanti a sinistra ripongono speranze nel grillismo, abbiamo rimarcato la natura reazionaria del progetto politico a cinque stelle. E ogni giorno si hanno nuove conferme di questa verità per noi scontata. Ci soffermiamo qui di seguito sulle ultime posizioni espresse da Grillo, Di Battista e soci, a partire da quanto hanno dichiarato in merito alla questione dei migranti. Nello specifico, Dibba dixit: “I profughi con diritto di asilo devono essere accolti in Europa e distribuiti uniformemente in tutti i paesi membri. Chi è privo di diritto d'asilo in questo momento storico deve essere espulso”. Specificando subito dopo, da bravo grillino, che “il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra, alla sinistra, o alla xenofobia”. Sulla stessa linea si è espresso Beppe Grillo che con tono perentorio ha aggiunto: “Adesso è il momento di proteggerci, rimpatriare subito tutti gli immigrati irregolari”! (3) Posizioni che, come spesso abbiamo rimarcato, pongono di fatto il M5s sullo stesso piano della Lega e dei gruppi neofascisti, convergenza del resto rimarcata da parecchi attivisti e sostenitori dello stesso Movimento 5 stelle (4).
Le uscite xenofobe dei leader pentastellati fanno il paio con esternazioni altrettanto reazionarie e riguardanti un vecchio cavallo di battaglia grillino, cioè l'attacco ai “sindacati”. Un concetto ribadito giorni fa da Di Maio il quale ha commentato la vicenda Almaviva, che ha visto il drammatico licenziamento di oltre 1600 lavoratrici e lavoratori, scrivendo su facebook che “l'epoca della rappresentanza è finita” e che ognuno dovrà iniziare a “rappresentare se stesso” (5). Becero populismo che avallando la deriva atomistica della società capitalistica fa un grosso favore al padronato che sulla divisione della classe lavoratrice costruisce le sue fortune.
 
Le capriole in Europa e il supporto a Putin, Trump e Assad
Il cambiamento di linea maturato negli ultimi mesi dal M5s in merito all'Europa (ieri “euroscettico”, oggi europeista) ha avuto ripercussioni anche nella pratica politica internazionale dei pentastellati, che hanno provato – col benestare del voto democratico virtuale del popolo grillino – ad uscire dall'Efdd, eurogruppo composto da forze nazionaliste e xenofobe, per entrare nel gruppo liberale dell'Alde, aperto difensore dell'Europa delle banche e del capitale (6). In realtà, il cambio di gruppo, ratificato dal voto online dei grillini, non si è mai concretizzato, e Beppe Grillo ha incolpato del nulla di fatto il capogruppo dell'Alde Verhofstadt, accusandolo di essere “piegato all'establishment”. La capriola grillina, consumatasi nell'arco di poche ore, ha portato insomma il M5s al punto di partenza: cioè all'Efdd. La fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa di questo eurogruppo, che si sarebbe ritrovato con appena 27 membri, appena due sopra la soglia minima di 25: motivo per cui Farage ha riaccolto a braccia aperte il M5s (7).
E mentre oscilla a livello europeo, il M5s a livello extraeuropeo prende nettamente posizione a favore dello zar russo Putin e del neopresidente americano Donald Trump. Già all'indomani delle elezioni presidenziali negli Usa, Beppe Grillo aveva celebrato la vittoria del tycoon a stelle e strisce (8). Successivamente, la posizione è stata ribadita da Di Maio, che ha rimarcato come il M5s sia pronto a collaborare col neopresidente statunitense, e dallo stesso Grillo, che ha tessuto le lodi di Putin e Trump, definendoli uomini forti di cui il mondo ha bisogno per per procedere verso la pace (9)... Esternazioni surreali, tanto più se si considera che sono riferite a un miliardario fascistoide, che sin dall'insediamento ha dichiarato guerra agli immigrati, applicando nell'immediato delle gravissime misure discriminatorie verso i musulmani e promettendo la costruzione di un muro alla frontiera col Messico, e a uno dei principali responsabili del genocidio che si sta consumando in Siria!
E proprio a proposito di Siria, il M5s ha preso posizione a supporto del regime di Damasco, che pur ha sulla coscienza 500000 morti e la devastazione del Paese (10). Il parlamentare grillino Di Stefano, in particolare, ha salutato il bagno di sangue di Aleppo come una “liberazione”, sulla base del solito assioma complottista, che largo seguito ha avuto ahinoi anche a sinistra, secondo cui tutti coloro che si ribellano al regime di Assad sarebbero terroristi al soldo delle potenze occidentali e delle monarchie del golfo. Anche a proposito della questione siriana, dunque, riscontriamo la pressoché totale convergenza fra grillini, gruppi neofascisti e settori della sinistra riformista fagocitati nel gorgo campista e interclassista (11).
 
Le vicende paradigmatiche della giunta grillina romana
Anche le posizioni espresse dai grillini sulla Siria dimostrano quanto costoro contribuiscano alla diffusione dell'ignoranza politica e, più in generale, del pensiero borghese dominante. Sebbene infatti Grillo strilli contro la disinformazione altrui e accusi la stampa avversaria di fabbricare notizie false – al punto da suscitare le ire, con conseguenti querele, del direttore del Tg7 Mentana  - lui stesso ha sempre dimostrato di non essere da meno e di riuscire talvolta anche a battere i suoi rivali in quanto a sparate (dalle scie chimiche ai “pomodori antigelo”, i grillini sono sempre stati una fucina di bufale e una fonte d'ispirazione inesauribile per i complottisti).
E anche a livello di coerenza politica, i grilli dimostrano di essere sullo stesso livello dei loro competitori. Le vicende della giunta grillina romana, che abbiamo seguito nel loro evolversi e su cui ci siamo già soffermati di recente, sono in tal senso paradigmatiche. La sindaca Raggi risulta oggi indagata sulla base di gravi ipotesi di reato: falso e abuso d'ufficio (12). Ma il "codice etico" varato recentemente da Grillo le viene incontro: una volta, infatti, i grillini strillavano che i politici anche soltanto indagati devono dimettersi, mentre oggi iniziano a scoprirsi "garantisti"... (13)
Ad ogni modo, le acque sono sempre più agitate per la sindaca di Roma e negli ultimi giorni la storia infinita si è arricchita di un nuovo elemento, cioè la polizza da 30 mila euro sottoscritta da Salvatore Romeo, promosso dalla Raggi a capo della sua segreteria con stipendio triplicato, di cui la beneficiaria, ignara, sarebbe la stessa Raggi (14). Episodio che ha alimentato ulteriormente il malcontento interno al M5s, oltre agli attacchi della stampa di sistema ostile ai pentastellati.
Nonostante il leader maximo Beppe Grillo la difenda pubblicamente, la Raggi è sotto un fuoco incrociato, proveniente anche dal suo stesso (non) partito, nel quadro di una faida fra bande che da tempo logora il M5s laziale. Indicativo, a tal proposito, e allo stesso tempo esilarante, l'attacco subito dalla Raggi da parte di Annalisa Taverna, sorella della senatrice Paola e attivista del M5s romano, che con profondità di argomenti e stile forbito le ha gridato: “hai rotto er cazzo”, “smettila de fa’ la bambina deficiente”, “non rompere i coglioni altrimenti t’appendemo pe le orecchie ai fili dei panni sul balcone” (15)! Il tutto mentre alcuni sondaggi, negli ultimi giorni, fanno registrare un calo di consensi per la sindaca grillina di Roma.
Tirando le somme, la Raggi ha dunque buoni motivi per piangere: e non ci riferiamo certo ai poveri, che non si è fatta scrupolo in passato di sgomberare per motivi di decoro, sebbene ipocritamente - seguendo il modello Fornero - la sindaca romana sembra dedicar loro le lacrime alla Caritas (16)! Non ci lasciamo infatti ingannare da certe sceneggiate. A Beppe Grillo, che fa l'elogio pubblico della povertà (di quella altrui ovviamente) dall'alto dei suoi miliardi, e ai suoi accoliti rispondiamo che i lavoratori e le masse subalterne possono porre fine al pianto e alla povertà: la soluzione sta nell'abbattere il sistema economico disumano che li tiene col cappio al collo, cioè nell'edificazione di una nuova società, socialista, la cui premessa indispensabile è l'esproprio dei ricchi apologeti della povertà altrui. Per questo motivo continuiamo a lavorare alla costruzione del partito internazionale dei lavoratori e delle masse oppresse, strumento indispensabile per porre le basi di una nuova umanità.


Note
5) Quello dell'attacco generico ai sindacati è un motivo ricorrente nel repertorio di Grillo già da alcuni anni:
Così come attacca genericamente i "partiti", definendosi "movimento" e "non partito", ed essendo ciononostante un partito di sistema a tutti gli effetti, il M5s attacca in maniera qualunquista i sindacati, senza fare alcuna distinzione ed alcuna analisi di classe. Attacchi che tuttavia non hanno impedito ad alcuni sindacati, che pur si autodefiniscono "di base" e, sia pure a corrente alternata, "di classe", ad esempio l'Usb, di sostenere – elettoralmente e non – il movimento reazionario a cinque stelle. Sui rapporti fra sinistra e M5s consultare:
Singolare, a tal proposito, che uno dei blog italiani più attivi nella propaganda filoPutin e filoAssad, L'Antidiplomatico, cui attinge a piene mani la sinistra riformista e castrochavista, sia diretto da Alessandro Bianchi, uomo vicinissimo a Di Battista.


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